120 anni di moda a portata di mouse

Si può racchiudere più di un secolo di storia della moda in un portale? A quanto pare si. La cosiddetta “bibbia dello stile”, la rivista Vogue, ha infatti appena inaugurato il suo primo archivio online: tutti i numeri, pubblicati dal 1892 ad oggi, corredati di copertine e pubblicità, veri e propri documenti storici per la prima volta disponibili al pubblico ( http://www.vogue.com/archive ) .

L’archivio consta di circa 425.000 pagine, oltre 100.000 articoli, 300.000 inserzioni pubblicitarie, un intero universo disponibile per tutti gli appassionati di moda, addetti ai lavori e non. “Vogue è diventata la risorsa alla quale tutti si rivolgono“, ha dichiarato in merito la stilista Vera Wang, “è una storia che non ha prezzo“. Eppure, a quanto pare, un prezzo ce l’ha, ed anche abbastanza caro: un abbonamento individuale per un anno alla rivista più glamour del gruppo Condè Nast costa infatti 1.575 dollari, una cifra non propriamente accessibile ai più. E così, quello che poteva diventare strumento di diffusione di un panorama culturale e produttivo sconosciuto da molti, rischia di trasformarsi in una risorsa strettamente riservata a pochi eletti.

Il prezzo, tuttavia, sembra adattarsi agli standard delle principali testate: un abbonamento annuale all’archivio del Women’s Wear Daily, il quotidiano di riferimento per gli appassionati di moda, costa circa 895 dollari l’anno, e permette di arrivare fino ai numeri pubblicati nel 1994, mentre il quotidiano made in U.S.A. per eccellenza, il New Tork Times, vanta un vastissimo e completo archivio di oltre 13 milioni di articoli, dal 1851 ad oggi, consultabili per la modica cifra di circa 4 dollari ad articolo.

Ma non  sempre archivio fa rima con abbonamento: la rivista per eccellenza, Time magazine, permette ad esempio l’accesso gratuito e la consultazione dei propri articoli a partire dal 1923; e rimanendo in tema di moda, il mensile britannico Dazed&Confused, un faro universalmente riconosciuto sulle nuove tendenze e sugli stilisti emergenti, per celebrare i suoi vent’anni di età, ha messo a disposizione l’intero archivio online, creando addirittura una specifica app, disponibile gratuitamente per Apple e Android ( http://www.exacteditions.com/exact/magazine/396/434 ).

Rispetto ad altre risorse online, l’archivio Vogue possiede, tuttavia, una marcia in più: oltre all’immenso database, consente infatti di effettuare ricerche per stilista, brand, modella e fotografo e, allo stesso tempo, di creare tabelle e grafici, uno strumento prezioso per la ricerca e lo studio. Altro aspetto positivo, è l’occhio di riguardo verso gli studenti: l’archivio è infatti consultabile tramite ProQuest, il database online di ricerca utilizzato dalle principali biblioteche e  università nel mondo.

Un piccolo escamotage, che tuttavia non mitiga il concetto di fondo, comune alla maggior parte delle persone, che vede la moda come un settore altamente esclusivo ed elitario, in netto contrasto con il più democratico web, da sempre strumento di diffusione di notizie e informazioni in forma gratuita. Ma laddove la tendenza diventa storia e la moda arte, quando si esce dalla dimensione del quotidiano a favore di quella che può essere definita eredità storica, che senso ha precludere l’accesso a tale patrimonio culturale? Dove va a finire il concetto di democraticità della moda, così osannato da stilisti e addetti ai lavori? Il rischio è che si possa perdere di vista la parte più bella e creativa del cosiddetto fashion system: il resto lasciamolo ai pubblicitari e agli amministratori delegati.

immagini tratte dall'archivio Vogue
immagini tratte dall'archivio Vogue

 

 

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