‘Frangar non flectar’, meglio conosciuto come ‘Mi piego ma non mi spezzo’ sarà il nuovo motto della Nec, leader globale nei settori legati alla Società dell’Informazione, e delle sue batterie pieghevoli.
Avranno uno spessore di un foglio di carta, circa 0,7 millimetri per essere precisi, e il vantaggio di potersi piegare fisicamente, per adattarsi anche ad apparecchi indossabili insieme ai vestiti, oltre alla possibilità di ricaricarle in venti secondi.
La prima ‘Organic Radical Battery’ (Orb), la futuribile batteria ricaricabile, risale al 2001 e la prima presentazione ufficiale nel 2005, in occasione dello iEXPO di Tokyo. Da allora si sono intensificate le ricerche fino a oggi quando, la rivoluzionaria batteria, è ormai pronta per il lancio nel mercato. Questo, secondo la compagnia nipponica, potrà avvenire già nel 2013, per fare in modo che, proprio per quell’anno, possano essere sviluppati i primi dispositivi in grado di sfruttarla al meglio.
Dopo i primi prototipi di display a colori touchscreen flessibili, come quelli con tecnologia OLED di Samsung, la ‘batteria di seconda generazione’, così come viene definita dall’azienda, per la sua micro-struttura, (300 micron) può essere impiegata nei futuri telefoni cellulari o palmari di piccole dimensioni, in uno smartphone, o ancora per alimentare smart card e schermi e-paper flessibili.
La sua flessibilità è dovuta alla forma fisica del composto, ovvero un elettrolita in gel che sfrutta le proprietà di un polimero organico. Inoltre le reazioni chimiche avvengono con tale facilità che il ri-caricamento è quasi immediato.
“Questa batteria – hanno dichiarato i tecnici della Nec – è molto affidabile e produce 1,4 volte più energia rispetto alle proposte esistenti. Abbiamo raggiunto questo traguardo con un nuovo catodo composito, ottenuto grazie alla conversione di un materiale solido organico in un gel mescolato a materiali al carbonio. Il prototipo di Organic Radical Battery mantiene la quasi intera capacità anche dopo numerosi cicli di carica e scarica, dato che è dotato di anodi che hanno lo stesso materiale al carbonio delle batterie agli ioni di litio”.
Le nuove batterie, inoltre, proteggono l’ambiente: al contrario delle classiche batterie ricaricabili le ORB non contengono metalli pesanti, come il mercurio, il cadmio o il litio, ma solo materiale organico e fibre di carbonio.
Le ricerche portate avanti in questo senso e nel complesso dall’impresa di software sono state possibili grazie al supporto del Ministero dell’Economia, Commercio e Industria e anche del dipartimento per lo Sviluppo Tecnologico del Giappone.
By: Stefania Zaccaria