Milano Fashion Week. Alberta Ferretti celebra il Rinascimento (della moda)

L’Italia più bella, più colta, più densa di significati è quella che ha deciso di portare in passerella Alberta Ferretti per la prossima stagione autunno inverno 2015-2016. In netta contraddizione alla nostra epoca fatta di autoscatti e selfie, la stilista attinge ispirazione dal Rinascimento e dai ritratti sui quali i pittori dell’epoca trascorrevano interminabili ore per cogliere le più fugaci sfumature del volto, delle parvenze e delle espressioni di quelle donne angeliche.

In netta contraddizione al nostro periodo si, ma anche simile per certi versi: un invito a rinascere, a far ricresce l’Italia partendo dal suo patrimonio artistico e storico, che ci insegna a non arrendersi mai nonostante il periodo di crisi e ci aiuta a sperare in un nuovo rinascimento.

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E cosi sulla passerella sfilano donne dalle forme rinascimentali: abiti in chiffon arricchiti dal pizzo e accompagnati da cuissard in velluto si alternano a cappotti di mohair e lunghe redingote di broccato dalle sfumature brunite; camice bianche e impalpabili si sovrappongono a pellicce in tonalità calde, come il rosso, l’oro e il bronzo.

Le stampe che decorano i maxi-abiti sono ripresi da arazzi antichi, che denotano il piglio couture della collezione ripresa anche nell’utilizzo di materiali pregiati come i tessuti importanti, come il velluto dégradé, i damaschi a sbalzo sulle gonne, la pelliccia insaziata, le placche metalliche, i cristalli e le perle per i ricami.

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Gli accessori si contraddistinguono: al posto delle collane ci sono i colletti che fanno da morbide gorgiere, pantofoline di velluto con applicazioni di cristalli e fiocchi gioiello, mini bag con applicazioni.

“Abbiamo il paese con un patrimonio artistico altissimo la cui bellezza affascina il mondo e a quella bellezza mi sono ispirata per la mia collezione”  dichiara Alberta Ferretti nel front row al termine della sua sfilata e che dire se non dar ragione alla stilista e continuare a importare questa nostra immagine del mondo come allora con la necessità di ora.

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