Schiaparelli, l’Inferno di Daniel Roseberry infiamma l’Haute Couture parigina

Nel 1308, il poeta Dante Alighieri iniziò quello che sarebbe stato il suo capolavoro, la Divina Commedia, un poema di 14.233 versi diviso in tre libri: Inferno, Purgatorio e Paradiso.

Schiaparelli HC SS 23
Schiaparelli HC SS 23

«Tutti conosciamo quest’opera, anche se non a memoria. Eppure, quando l’ho riscoperta di recente, sono stato sorpreso da qualcosa che mi era sfuggito quando l’ho affrontata per la prima volta: non l’orrore dell’inferno che Dante rappresenta in modo così vivido, né il senso di angoscia che ci assale mentre scendiamo sempre di più nel regno. Ma da come la storia sia, in fondo, un’allegoria del dubbio. Il narratore, controfigura di Dante (anch’egli di nome Dante), è esattamente di mezza età quando si trova “nel mezzo del cammin di nostra vita”, all’inizio della narrazione. E tuttavia mentre si addentra nell’inferno, si rende conto di quanto poco sappia in realtà: tutti quegli anni, tutta quella sua vita, eppure resta quella “selva oscura”, la strada che un tempo aveva percorso in modo così convinto, che spariva dalla vista», spiega il direttore creativo della maison Schiaparelli, Daniel Roseberry, in vista del fashion show Haute Couture spring- summer 2023 andato in scena a Parigi durante la settimana dedicata all’Alta Moda. 

Schiaparelli HC SS 23
Schiaparelli HC SS 23

«Ciò che mi attraeva dell’Inferno non era solo la teatralità della creazione dantesca, ma piuttosto la perfetta metafora che forniva del tormento, che ogni creativo prova quando si siede davanti allo schermo, al blocco da disegno o alla forma del vestito, quel momento in cui siamo scossi da ciò che non conosciamo. Quando sono in crisi, spesso mi consolo pensando a Elsa Schiaparelli: i codici che ha creato, i rischi che ha corso, ormai sono storia e leggenda, eppure anche lei doveva essere incerta, persino spaventata, mentre li ideava. La sua paura ha alimentato il suo coraggio, che sembra un controsenso ma è fondamentale per il processo artistico. La preoccupazione significa che vi state spingendo a fare qualcosa di sconvolgente, qualcosa di nuovo.», aggiunge il designer.

Schiaparelli HC SS 23
Schiaparelli HC SS 23

«Questa collezione è il mio omaggio al dubbio. Il dubbio della creazione e il dubbio dell’intenzione. Gli impulsi gemelli, a volte contraddittori, di compiacere il pubblico e di impressionare sé stessi; l’ambivalenza che è la compagna costante di ogni artista. Motivo per cui con questa collezione ho voluto allontanarmi dalle tecniche con cui mi sentivo a mio agio e che conoscevo, per scegliere invece quel bosco oscuro, dove tutto è spaventoso ma nuovo, in cui mi sarei lasciato guidare in un luogo che non conoscevo e non capivo»., continua Roseberry. 

Schiaparelli HC SS 23
Schiaparelli HC SS 23

«In questi abiti nulla è come sembra. Oltre a richiamare il senso dell’organizzazione dantesca (tre look per ciascuno dei nove gironi dell’inferno), mi sono anche ispirato direttamente ad alcune delle sue immagini più avvincenti. Il leopardo, il leone e la lupa, che rappresentano la lussuria, l’orgoglio e l’avarizia, trovano forma in spettacolari creazioni di finta tassidermia, costruite interamente a mano con schiuma, resina e altri materiali artificiali.  Altri pezzi sono ispirati alla fascinazione scivolosa, da casa degli specchi, del suo Inferno: le paillettes che fremono su alcuni abiti sono in realtà realizzate con lastre di lamiera rivestite in cuoio, la gonna ultra lavorata non è decorata in tessuto ma rivestita da perline in legno. Il luccichio iridescente degli abiti in velluto a colonna, in realtà è dipinto a mano con un pigmento che cambia colore a seconda della prospettiva, come le ali di una farfalla. Inoltre, i plastron sono stati scolpiti in strisce di madreperla ondulanti e con un intarsio di alberi di limone. E poi l’amore personale per il busto gigante in rame patinato a mano, un lavoro da laboratorio preparato negli ultimi quattro mesi», conclude lo stilista, che sottolinea «Elsa ha sempre riservato sorprese nel suo lavoro e negli anni, le persone hanno imparato a venire da Schiaparelli con uno spirito di meraviglia. Non si sa cosa si troverà, ma si sa che ogni volta la storia sarà diversa.

Schiaparelli HC SS 23
Schiaparelli HC SS 23

Questa stagione ci siamo concentrati meno sull’artificio ricercato, come i nostri bijoux dall’anatomia iper-stilizzata, ma piuttosto sul confondere i confini tra reale e irreale. L’incedere di Mimicry diventa una forma di Surrealismo in questa collezione – è un vero leone? –  tanto che non si è mai sicuri del pezzo che si sta guardando. Era la natura? O si trattava di un uomo? Allo stesso tempo, però, abbiamo dato la priorità e messo in luce, più che mai, il pregio del lavoro manuale. Nel taglio grezzo dei gioielli materici, per esaltarne mineralità e naturalezza, e nella pittura a mano delle iconiche borse Schiaparelli “Secret” e “Face”, in alligatore con venature in oro. Se Dante insegna quanto la vita possa ingannarci, soprattutto quella che pensiamo di conoscere, allora questi abiti fanno eco a quell’illusionismo, ricordandoci la necessità di ritrovarci di tanto in tanto in un luogo in cui siamo costretti a riconsiderare le nostre convinzioni. Inferno, Purgatorio, Paradiso: uno non può esistere senza gli altri. Ci viene ricordato che non c’è paradiso senza inferno, non c’è gioia senza dolore, non c’è l’estasi della creazione senza la tortura del dubbio. La mia preghiera è di ricordarmi sempre, nei giorni più difficili, quando l’ispirazione non arriva, che nessuna ascensione al cielo è possibile senza un viaggio nel fuoco, insieme alla paura che ne deriva. Lasciatemi abbracciarla sempre».

Photo credits Courtesy of Press  Office

 

 

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