Dopo il documentario sul Re della moda, Valentino, il lungometraggio su Anna Wintour e il film romanzato su Coco Chanel, non poteva di certo mancare un omaggio al colosso della moda francese Yves Saint Laurent. Se quando si parla dello straordinario designer il primo pensiero che affiora sono le sue incredibili innovazioni stilistiche, che ancora oggi risultano contemporanee, come il tuxedo femminile, che nel 1966 sconvolse i canoni della moda, proponendolo alle donne come alternativa all’abito da sera, o ancora gli abiti esotici, il nude look o le sahariane interpretate in chiave urbana, è la sua storia d’amore con Pierre Bergé al centro del docu-film Yves Saint-Laurent – L’Amour Fou, reso omaggio da Pierre Thoretton, regista-fotografo francese alle sue prime armi dietro la macchina da presa, che ha immortalato la fascinosa vita di un’icona eterna in una pellicola. Una regia che va oltre un semplice documentario, ma che realizza un vero e proprio film pieno di materiale inedito ed immagini esclusive del suo lavoro, delle loro abitazioni e della vita in comune per raccontarci una storia d’amore. Uscito nel settembre 2010 in Francia, il docu-film è stato trasmesso ultimamente lo scorso 1° giugno su La7d, in ricorrenza della sua scomparsa nel 2008. Film fortemente voluto da Pierre Bergé, perno di tutta la narrazione, come memoriale al suo compagno di vita, racconta e descrive Yves Saint-Laurent come l’uomo che ha compreso la sua epoca meglio di chiunque altro. Un designer eccelso diventato leggenda, un visionario che ha creato un impero.
Il film mostra il gusto sublime della coppia in fatto di arte e di arredamento, un tuffo del tutto glamour nella loro vita. Grazie al documentario viene ripercorsa la carriera dello stilista francese, che come dichiara Pierre Bergé, è colui che ha completato il percorso iniziato da Coco Chanel, “se la famosa stilista ha liberato la donna, Yves Saint-Laurent le ha dato il potere”.
Il regista fa rivivere l’arte del maestro dell’haute-couture attraverso lo schermo con una grande opera cinematografica, che è stata presentata al Festival di Toronto 2010 e al Festival di Roma nella sezione documentari. La sua abilità nel caricare le sue creazioni di una vitalità dirompente è quello che fa di lui, attraverso le parole del suo compagno, “un genio adorato da tutti”. Una vita di sfarzi, glorie, soddisfazioni e duro lavoro, anche se nella vita privata, una velata malinconia scandiva le ore trascorse nelle proprie dimore da sogno.
Il film, è anche un viaggio in cui si svela una personalità complessa e fragile, quella di un artista che amava schernirsi e dire che “la moda non è arte, anche se ha bisogno di un artista per vivere”, ma anche una riflessione sulla fama, il lusso e la solitudine.
Uno stilista innovativo a cui ogni donna e ogni uomo deve qualche cosa. La scelta di Thoretton di raccontare il coutourière parigino attraverso i ricordi di Bergé è stata dettata dall’amore per la ricerca stilistica ed estetica nel mettere in risalto le molte luci ed ombre di questo straordinario designer francese. Bergé, che gli è vissuto una vita accanto, ha visto con i suoi occhi come Saint Laurent ha costruito mondi, dando forma a silhouette e a stupende residenze, contemplandone dopo la sua scomparsa, la sua dissoluzione come un eroe viscontiano. La moda può anche svanire, ma lo stile è eterno.
La collaborazione tra Feltrinelli e Bim Distribution ha dato vita al dvd del docu-film creato per la collana Feltrinelli Real Cinema e accompagnato dal volume L’Amore è il Dardo a cura di Alessandro Bignami con saggi, interviste a Pierre Bergé e Pierre Thoretton con alcuni estratti di Lettre à Yves e Il Colore del Tempo, entrambe opere di Bergé.
Dopo la scomparsa di YSL, il suo compagno ha deciso di vendere la loro collezione d’arte privata. La vendita, fu considerata l’asta del secolo, tenutasi al Grand Palais a Parigi, dove ogni oggetto racconta ogni frammento della loro vita insieme.
Dopo quattro anni dalla sua morte, e a due anni dal documentario di Thoretton, il fascino e il mito di YSL non mostra segni di declino. La storia del couturière parigino sarà infatti ancora una volta oggetto e soggetto di due nuove pellicole per festeggiare la vita e il lavoro di uno dei designer che ha rivoluzionato la storia della moda femminile scrivendo un significativo capitolo di storia del costume grazie al suo estro e apporto creativo.
Il primo progetto sarà diretto dall’attore-regista parigino Jalil Lespert, e racconterà la relazione che per mezzo secolo ha unito lo stilista Yves Saint-Laurent al compagno Pierre Bergé. E’ stato proprio quest’ultimo a dare il benestare per una nuova incursione nella sua vita privata legata a doppio filo con quella di Saint-Laurent. Si è dato così il via alla lavorazione del prodotto cinematografico dopo l’incontro con il regista, che ha mostrato tutta la sua sensibilità, l’entusiasmo e la sua visione creativa di come avrebbe plasmato su pellicola una storia così grande fatta di condivisione iniziata alle soglie degli anni ’50 e proseguita al volgere del millennio con un sodalizio che va oltre la collaborazione lavorativa. Una storia d’amore fatta di passione e complicità, che in una intervista ad un giovane YSL faceva scegliere come piatto preferito, “il piatto bergé”.
Il lavoro di Lespert, finanziato dalla società Wy Productions, si annuncia ambizioso e pieno di charm, tutto giocato sul filo che lega una passione personale sullo sfondo del meraviglioso mondo dell’haute-couture. Per il secondo progetto si parla di un primo biopic, diretto dal regista francese Bertrand Bonello, che però non ha ancora ricevuto l’approvazione di Bergé. Si tratterebbe di una pellicola più incentrata sulla nascita, vita e successo del brand nel periodo degli anni ’60-’70, considerato il più creativo e più importante per la vita di Saint-Laurent. Secondo il produttore, Eric Altmayer, punto focale del film dovrebbero essere gli anni dal 1965 al 1975, periodo della collezione russa di YSL, la più influente nella sua carriera.