Ossessione per i tacchi altri: quando moda e salute non coincidono

Da “Sex and the city” a “il Diavolo veste Prada”. Tra tutti i film che pongono al centro della propria trama la moda, c’è un filo conduttore, soprattutto quando le protagoniste sono al femminile. È l’ossessione del tacco dodici. Una mania alla quale è difficile resistere. Perché alla fine si sa: quel rialzo sotto i piedi slancia le gambe e la siluette. Ma come ogni cosa, c’è il lato opposto della medaglia, quello che molte trascurano. Perché seppur meravigliosi, quei “trampoli”, come in gergo li chiamano, arrecano non pochi problemi al fisico. E non c’è una donna, che usi quotidianamente questo genere di scarpe, che non conosca insomma il dolore che si prova dopo aver camminato un’intera giornata.

Ma spesso gli effetti dei tacchi alti non si sentono subito, ma vengono fuori dopo anni di acrobazie, proprio in vecchiaia. E lo sa bene, la Society of Chiropodists and Podiatrists britannica, secondo la quale indossare troppo spesso scarpe alte può aumentare il rischio di ammalarsi di artrosi in età avanzata. Infatti con il passare del tempo ci potrebbero essere alterazioni della postura nonché della pressione sulle articolazioni dei piedi, partendo proprio dalla caviglia fino ad arrivare alle ginocchia. Tra le malattie che può portare questo sbilanciamento, c’è il rischio di sviluppare l’osteoartrite, la forma più comune dell’artrite, molto frequente nelle donne. Inoltre gli esperti aggiungono che fra qualche anno si potrebbe addirittura sentire parlare di epidemie di artrite.
Così per evitare in incorrere in queste problematiche fisiche, sarebbe necessario fare un passo alla volta, una piccola rinuncia insomma, come quella di evitare di mettere i tacchi alti durante le serate in discoteca e quando si va a ballare.
Infatti un’altra ricerca pubblicata sull’International Journal of Experiental and Computational Biomechanics, ha scoperto che fare due salti con trampoli da 5,8 fino a 12 centimetri può danneggiare gravemente i piedi. Quindi più sono alti i tacchi, e più problemi ci potrebbero essere. È stato dimostrato che una zeppa di 8 cm provoca uno sforzo alla punta del piede 7 volte superiore rispetto a quella di 2 cm e che si verifica uno squilibrio che va a colpire l’intera colonna, facendo soffrire tutte le articolazioni. Poi c’è il dolore alle ginocchia che tende ad aumentare, oltre alla consueta comparsa di rossore, lividi e vesciche.
Infatti, a livello posturale globale, questo genere di scarpe sposta il baricentro corporeo in avanti con la conseguenza inevitabile di un utilizzo superiore dei muscoli posteriori dei lombi e della schiena in generale: ciò genera spesso dolori lombari di tipo mialgico.
Ma non è tutto. Perché anche la cellulite,  i capillari in evidenza e le vene varicose, vengono accentuati dai tacchi alti poiché quest’ultimi ostacolano la regolare circolazione dei liquidi nei tessuti e ne favorisce il ristagno. La sofferenza della colonna vertebrale per una prolungata postura non naturale può causare anche mal di schiena, vertigini e fastidiosi mal di testa.
Quindi conviene trovare un compromesso. Magari evitare di mettere i scarpe alte tutti i giorni, e alternarle con quelle più basse. Oppure scegliere di indossare quelle con un tacco minore, riducendo così l’altezza. Scelte queste che bisognerebbe fare proprie oggi, per evitare molti problemi domani. Certo, non tutte le donne cederanno. Perché infondo si sa: riesce a far più gola un tacco alto, magari dodici, che un tiramisù.

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