Buttare via una vecchia borsa o un oggetto cui siamo affezionati da tempo: una delle difficoltà più aspre di sempre! Proiettarsi in un futuro sconosciuto, altrettanto. È un momento di ridefinizione storica e culturale, quello che stiamo vivendo, e che si ripercuote anche sulla moda. Una moda che riscopre se stessa e si rinnova, senza dimenticare il passato che ne costituisce le radici. La dimensione del preesistente, di ciò che era, persiste grazie alla location che ha accolto A.I. Artisanal Intelligence e il suo evento In-existent, svoltosi nella storica Villa Poniatowski, nel cuore della capitale, in occasione di AltaRomAltaModa. Qui, gli ambienti restaurati nel ‘700 dal Valadier si combinano agli attuali spazi della galleria d’arte moderna che sorge nelle vicinanze e che un tempo era parte dello stesso complesso, rappresentando così un’evoluzione architettonica anch’essa sospesa tra passato e futuro.
(Villa Poniatowski, Roma)
A popolare questa perfetta location, le creazioni di giovani designer e quelle di stilisti storici che costituiscono il patrimonio culturale della nostra penisola. A riscoprire il passato della Villa, creando con esso contrasti e abbinamenti inusuali ma perfetti, l’allestimento di talentuosi designer, le cui creazioni sono andate a combinarsi alla biancheria e agli abiti talari del Settecento appartenenti alla Sartoria Farani e ai costumi della Busotti della Sartoria Annamode. Il tutto atto a riscoprire un passato che, seppur dimenticato, costituisce le linee guida su cui si è mossa la moda del presente e dal cui fascino è ancora impossibile non essere ammaliati.
(Sartoria Farani; Busotti, Sartoria Annamode)
Nella galleria d’arte moderna hanno ripreso vita l’heritage di Albertina, con i suoi abiti di maglia che appartengono agli archivi del MET, gli abiti di Gianluca Saitto, come quelli indossati da una giovane Patty Pravo in un video del 1968 assieme a Piero Gheraldi, costumista di Fellini.
(Gianluca Saitto)
È una nuova concezione di moda, che prende le mosse da un passato non più così lontano, ridefinendone i modelli e i tessuti, che non sono più riconoscibili ma attingono al mondo tecno per poter essere reinterpretati e formare qualcosa di nuovo e di bellissimo. Ed ecco allora nascere le borse di Monteneri, create da Tania Marta Pezzuolo, in fibra di carbonio e pelle di vitello, le audaci creazioni di Bistrusso, che si ispira alla natura sarda e promuove il sughero a elemento di stile e di design, passando per le geometrie dei gioielli di Design Digest, l’estro di Dome, che unisce la classicità del diamante all’avanguardia del carbonio, e l’atmosfera dark, quasi goth, di Wodoo Jewels.
(Gioielli Design Digest)
(Borse Monteneri by Tania Marta Pezzuolo; gioielli Woodoo Jewels)
Un nuovo modo di fare moda che sa stupire e conquistare, senza paura di buttarsi in un futuro in cui, per quanto buio, esso può far splendere una nuova luce. Rimanere attaccati al passato, senza sperimentare, è la tomba stessa della creatività. Creatività di cui la moda italiana si nutre, e che sta lentamente riconquistando. Perché “la funzione dell’artista creativo consiste nel creare delle leggi, non nel seguire quelle già formulate” (Ferruccio Busoni).