Tutti gli articoli di GretaMiliani

Laureanda in Comunicazione, Media e Giornalismo. Master in Comunicazione e giornalismo di moda. Fashion Blogger (www.inmodaveritas.com)

Arrivederci Anna, icona dell’irriverenza estetica

« Anna inventa la moda. Nel vestirsi fa automaticamente quello che noi faremo domani. » (Karl Lagerfeld, Anna Cronique, 1986).

Più che inventare, Anna Piaggi ha creato la moda, era la moda stessa. Col suo instancabile lavoro, il suo estro creativo e la sua passione infinita ha dato vita a quel sistema moda che oggi ci è così familiare e che ogni anno fa girare miliardi di euro.
Adesso che il destino ha spezzato quella vita e che il mondo della moda piange una delle sue madri, cosa accadrà?
Anna Piaggi nasce a Milano nel 1931 e la sua carriera inizia come traduttrice per la casa editrice Arnoldo Mondadori Editore.
Nella sua vita ha avuto due grandi amori: il fotografo Alfa Castaldi, che sposa nel 1962 a New York e che scompare prematuramente nel 1995, e il giornalismo
Come una piccola Re Mida (piccola di statura, ma grande nello spirito), Anna trasforma in un successo tutto ciò con cui ha a che fare; tante le collaborazioni prestigiose che l’hanno vista protagonista: prima Panorama, poi L’Espresso, Arianna (primo periodico femminile della storia), Vanity Fair, progetto che idea e cura, e infine Vogue, per cui dal 1988 cura la rubrica “D.P. Doppie Pagine di Anna Piaggi“, con la quale ha dettato le regole della moda.
Tanti e celebri sono anche i suoi amici: da Manolo Blahnik, che l’ha definita “l’ultima grande autorità internazionale in fatto di abiti”, a Karl Lagerfeld, che nel 1986 le ha dedicato un libro, Anna Cronique.
La vita di Anna Piaggi è stata un turbinio di parole, colori, abiti, visioni. Con la sua Olivetti Valentine, compagna fedele dal 1969, ha incantato il mondo della moda, e non solo, con i suoi pezzi vividi e brillanti, che le hanno assicurato un posto fisso in prima fila a tutte le sfilate del mondo.
La moda non era solo un lavoro per Anna, ma soprattutto un mezzo espressivo, uno strumento con cui catturare gli attimi e restituire al mondo la loro bellezza, la loro anima.
Anna gli abiti non li collezionava soltanto; li amava e se ne serviva per esprimere se stessa e la sua essenza.
Solo pochi erano in grado di respirare Anna Piaggi a pieni polmoni. Per tutti gli altri, capaci soltanto di vedere, ma non di guardare, Anna era solo una signora vestita in modo eccentrico, col trucco pesante, i cappellini estrosi e i capelli blu.
Adesso che Anna non c’è più, è difficile credere che qualcuno possa riempire il posto vuoto che ha lasciato in prima fila.