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Nasce il jeans in plastica riciclata: la rivoluzione si chiama Levi’s

I jeans da oltre un secolo rappresentano il capo basic dell’abbigliamento informale tanto da essere diventato l’elemento principale di un vero e proprio “stile jeans”, che si è progressivamente esteso ai principali capi d’abbigliamento. Un indumento universale e socialmente indifferenziato, un classico del vestire contemporaneo, che si oppone con la sua stabilità alle continue variazioni della moda.

Il jeans per antonomasia è il mitico Levi’s, la cui nascita risale convenzionalmente al 14 Marzo 1853 precisamente quando Morris Levi Strauss arrivò a San Francisco dove decise di produrre in serie pantaloni molto resistenti per i cercatori d’oro. Il boom del mercato dei jeans da quel momento in poi, tanto da diventare un fashion brand che ha fatto la storia della moda internazionale, ha avuto ben tre fasi di espansione, da abbigliamento resistente e funzionale per i cercatori d’oro si è poi esteso a tutte le categorie di lavoratori manuali del West, poi a partire dal 1930 si è allargato a tutti gli statunitensi come divisa per il tempo libero, e infine si è diffuso in Europa e nel resto del mondo. E’ proprio in questi anni, che la Levi’s ha cominciato a fare pubblicità sulla rivista di moda già famosa all’epoca, Vogue, e a distribuire i suoi prodotti nei negozi più importanti di New York.

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L’innovazione introdotta da Morris Levi Strauss apportò non poche novità nel mondo della moda negli anni ’60/’70, a partire dai valori democratici che jeans esprimeva, da abbigliamento prettamente maschile come era alle origini, sono diventati uno strumento in grado di favorire l’eguaglianza tra i sessi. Dopo tanti anni di successi l’azienda, la quale aveva prodotto i suoi primi pantaloni chiamati overall con della semplice tela da tenda color cachi, rivoluziona la produzione dell’amato jeans lanciando una collezione eco sostenibile nel rispetto dell’ambiente, ma pur sempre fashion. Come altri fashion brand attenti all’ambiente e che sposano la causa di Greenpeace per una moda, che sostiene il nostro ecosistema, e non lo distrugge disboscando intere foreste o inquinando le acque del pianeta con i rifiuti tossici della filiera produttiva, Levi’s ha inserito nella sua produzione pantaloni e giacche eco friendly, ovvero realizzate con materiale di riciclo. Grazie alla plastica riciclata delle bottiglie recuperate la Levi’s ha creato per la primavera-estate 2013 la sua prima collezione di jeans a impatto zero chiamati “Waste<Less” che significa meno spreco. Ogni paio di jeans viene prodotto utilizzando materiale plastico derivante da impianti di riciclaggio con una percentuale del 20%.  

I nuovi jeans nati dalla plastica
I nuovi jeans nati dalla plastica

Le bottiglie di plastica, colorate, trasparenti arrivano dagli Stati Uniti, e sono state raccolte attraverso i programmi di riciclaggio comunali previsti negli USA. Le bottiglie e le vaschette sono state ordinate in base al colore, schiacciate e trasformate in plastica riciclata, il Pet, che viene poi lavorata e convertita, grazie ad un apposito processo in fibra di poliestere, più precisamente polietilene tereftalato, che successivamente viene tessuta insieme al cotone nelle trame dei jeans dando così vita ad un prodotto ecologico. La plastica riciclata concorre quindi a produrre i famosi classici Levi’s 501 fino ai modelli slim e straight leg.

Per ogni paio di jeans realizzati sono necessarie almeno 8 bottiglie da mezzo litro per un totale complessivo di ben oltre 3 milioni e mezzo di bottiglie riciclate che danno vita all’intera linea spring/summer. I denim sono disponibili sia per uomo che per donna, e rappresentano il prossimo capitolo nel costante impegno della società  per una progettazione più sostenibile. A caratterizzare il colore dei diversi capi, dalle giacche ai denim, sono proprio le bottiglie stesse. “Con l’aggiunta di valore ai rifiuti, speriamo di cambiare il modo di guardare al riciclaggio, e in ultima analisi di incentivare a praticarlo di più”. Questo è quello che ha dichiarato James Curleigh, presidente globale del marchio Levi’s aggiungendo che “questa collezione dimostra che non c’è bisogno di sacrificare la qualità, la comodità o lo stile per dare luogo ad un nuovo inizio […] “. Il presidente del marchio afferma anche “con questa collezione stiamo facendo la nostra piccola parte, prendendo rifiuti e facendo qualcosa di nuovo con essi […]  Questo non vuole solo ridurre il nostro impatto sull’ambiente, vogliamo lasciare il mondo meglio di come l’abbiamo trovato” .

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L’azienda Levi’s non è neofita a questo genere di iniziative. Già nel 2008 aveva deciso di vietare l’utilizzo di cotone proveniente dall’Uzbekistan in ognuna delle proprie filiere produttive, evitando in questo modo di attingere per l’uso delle materie prime, alla zona del mondo maggiormente sfruttata per quanto riguarda la produzione del cotone. Nel 2009 ha introdotto “A Care Tag for you Planet”, un’iniziativa per educare i consumatori a lavare i vestiti con un minor impatto ambientale, incoraggiando anche a donare i propri jeans una volta utilizzati piuttosto che gettarli. A questa grande iniziativa ha avuto seguito una nuova tecnica chiamata WaterLess, per ridurre l’uso dell’acqua fino al 96% nella produzione dei jeans.

La collezione WastLess è già in vendita nei migliori negozi e sicuramente riscuoterà un grande successo, anche perché negli ultimi anni i consumatori sono molto più attenti a quello che indossano, e sono più sensibili sui temi che riguardano la salvaguardia dell’ambiente, questo grazie anche ai diversi movimenti di attivisti ecologici, che mettono il cittadino di fronte ai gravi danni che subisce il pianeta ogni giorno. E’ grazie anche alla raccolta differenziata, alle campagne di sensibilizzazione sull’ambiente, sul riciclo e sull’ecologia, che la persona è sempre più consapevole delle sua azioni, scoprendo quale può essere il suo piccolo intervento per aiutare il pianeta a non spegnersi.