La Stagione 2023 del Teatro Manini di Narni prosegue accogliendo due attesi debutti nazionali: quello firmato da Emma Dante nel testo e regia, dal titolo “Il Canto della Sirena”, in programma nei pomeriggi di sabato 28 e domenica 29 gennaio alle ore 17.00, spettacolo che inaugura lasezione Manini Kids. La pièce di Emma Dante sarà poi seguita nelle serate del 28 e 29 gennaio dalle ore 21.00, dal debutto di “Cristo di Periferia”, che vedrà impegnata la coppia dei direttori artistici – Davide Sacco e Francesco Montanari –, nei rispettivi ruoli di autore e regista per Sacco che dirige Montanari, interprete protagonista a cui si aggiunge laManini Circus Band con Giuseppe Sacchi (Fisarmonica e Tastiere), Francesca Masucci (Violino) e Raimondo Esposito (Voce e Guitarlele).
IL CANTO DELLA SIRENA
liberamente tratto da “La Sirenetta” di H.C. Andersen
testo e regia
Emma Dante
con
Elena Borgogni – Davide Celona – Stephanie Taillandier
Luci Cristian Zucaro – Coordinamento e distribuzione Daniela Gusmano – Produzione Atto Unico/Sud Costa Occidentale
“Il canto della sirena” racconta la storia di una sirena che se ne sta ore e ore su uno scoglio a contemplare il mare. L’umido del mare le trapassa le ossa e raffredda il suo corpo che ama invece la terraferma da dove il mare è una distesa bellissima con un odore buono. Ogni sera, Agnese, la più piccola di sei sorelle, con la pelle delicata come petali di rosa e gli occhi chiari come laghi profondi, canta a riva sotto le stelle, finché un giorno, a causa di una terribile tempesta, vede affondare una nave. Agnese si tuffa e salva un principe che sta per affogare. Lo riporta a riva e se ne innamora perdutamente.
È a questo punto che la sirena fa la sua scelta: rinunciare alla coda di pesce per inseguire il grande amore. È disposta a tutto Agnese e chiede alla strega del mare il sortilegio. Avrà due gambe per correre dal suo principe e in cambio darà alla strega la sua voce. Ma non è tutto, il rischio è più grande: se il principe non ricambierà il suo amore, Agnese diventerà schiuma del mare. La sirena accetta tutto, anche di morire, e in una mutazione dolorosissima la sua coda si divide in due, generando le gambe di una donna senza voce. Il suo principe sarà disposto ad amarla? E la sirena si sentirà a casa sulla terraferma, oppure comincerà ad avere freddo? Si salverà Agnese o cadrà nell’abisso profondo del suo triste destino?
Lo scopriremo ascoltando la sua storia, drammatica come sono le favole, ma leggera com’è la brezza del mare.
CRISTO DI PERIFERIA
scritto e diretto da Davide Sacco
con Francesco Montanari
e con Manina Circus Band:
Giuseppe Sacchi / Fisarmonica e Tastiere – Francesca Masucci / Violino –
Raimondo Esposito / Voce e Guitarlele
Musiche Scritte, Arrangiate e Dirette da Raimondo Esposito
Scene / Luigi Sacco – Luci / Andrea Pistoia – Costumi e Make up / Valeria Pacini – Organizzazione / Luigi Cosimelli
“Cristo di Periferia” narra la storia di un giornalista “di un giornale che non esce in edicola” che viene inviato dal suo direttore in un circo di periferia per scrivere un articolo su un “povero Cristo” che, nella sua roulotte, trasforma l’acqua in vino e moltiplica i pani e i pesci. Scettico, il giornalista arriva in questo circo bastardo, dove incontra personaggi fragili e surreali: Maddalè, che camminava sul filo prima di rimanere zoppa, e che adesso legge le carte e “colleziona sogni claudicanti”, il nano Giuda, che ha un tatuaggio per ogni dolore che la vita gli ha causato, il direttore, crudele e spietato, fino a conoscere quest’uomo dei miracoli, il “povero Cristo”.
Da quel momento in poi la storia scorrerà̀ incessante e inesorabile, come una storia vera, di quelle che ognuno vorrebbe aver vissuto, come i numeri del circo, che nascondono le paure e le sofferenze dietro alle luci e alle risate. Francesco Montanari narra con delicatezza e suggestione questa fiaba contemporanea, un racconto di umanità̀ e debolezza, che si interroga sul valore dei miracoli oggi, sulla bellezza del mondo a volte così difficile da intuire, e sull’importanza dei sogni. Un racconto di fede, quella stessa fede che spinge il funambolo a continuare a camminare sulla corda, sospeso nel vuoto: la fede che supera la paura.
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