All’anagrafe è Bogdanel Ursu Ionut ma preferisce farsi chiamare Ursu. Nasce in Romania, dove studia arte, per poi trasferirsi in Italia e continuare la sua carriera nel mondo della fotografia dopo aver conseguito il diploma all’Accademia di Belle Arti di Roma. La pittura è la sua fonte di ispirazione, i colori nelle loro mille sfumature sono la base estetica del suo lavoro. Un lavoro che confina con l’arte. L’universo fotografico di Ursu non è fatto solo di pixel e di tecnologia digitale. Va oltre. Coglie l’attimo espressivo e lo rielabora con creatività grazie ai magici giochi cromatici che solo la luce sa regalare. Perché le immagini non sono mere figure da guardare ma nascondono un pensiero, una concettualità fatta di ricerca, studio e dedizione. Un’attenzione maniacale per il dettaglio, l’insoddisfazione anche quando la fotografia è perfetta sono caratteristiche di pregio che gli consentono di collaborare con numerosi magazine nazionali e internazionali. E, dietro il rigore professionale, la voglia di di affermare il proprio punto di vista attraverso l’ obiettivo per distinguersi dagli altri.
Lo abbiamo incontrato e, dandogli del Tu (anche se la regola giornalistica imporrebbe il Lei), ci ha raccontato la sua storia.
Ti si legge negli occhi che ami il tuo lavoro. Quando hai imparato a fotografare?
Credo circa sei anni fa, non posso dirlo con precisione perché ho sempre lavorato con l’immagine, prima dipingendo.Quindi fotografare è stato come usare un novo mezzo per esprimermi, ho semplicemente presso la macchina fotografica e ho incominciato a scattare.
Hai studiato arte all` Accademia di Roma. Qual`è, se c`è, la connessione tra il mondo della fotografia e della pittura nei tuoi ritratti?
C’è un forte legame e penso lo si noti abbastanza. Se non avessi dipinto prima probabilmente non avrei mai fotografato. La pittura è per me è la base fondamentale di cui avevo bisogno. E’ dall’arte che prendo spunto per realizzare le mie idee nella fotografia. La costruzione di base è pittorica ed amo giocare con questo.
Quali sono i maestri fotografi a cui ti ispiri?
Helmut Newton, amo il suo mondo, la sua monumentalità, i suoi nudi, le sue storie surreali. Ne ammiro la potenza. Robert Mapplethorpe e la sua poesia sublime così come Herb Ritts e tanti altri. Si tratta di grandi fotografi che hanno una forte visione nel concepire l’immagine.
Pensi che la parola fotografo sia riduttiva?Meglio creativo?
Si assolutamente, allo stesso modo di quando in gergo si dice banalmente “scattare”. Non è “scattare” ma creare un’ immagine, disegnarla, pensarla. Prima bisogna dipingere con la luce. Insomma, è un processo più complesso, anche perché oggi la tecnologia è in continua evoluzione rispetto al passato. Per creare un’ immagine si possono utilizzare tanti mezzi insieme alla macchina fotografica.
Sei un perfezionista. Quanto tempo impieghi a terminare la post produzione di un servizio fotografico di moda?
Passo molto tempo a pesare e guadare le fotografie, semplificando il tutto per poi arrivare alla sostanza. Quello che conta è il messaggio che si vuole trasmettere, la storia. Non amo la post produzione invasiva (anche se fatta bene) perché cancella la traccia fotografica e mi distrae da quella che è la realtà visiva pura.
In genere rispetti il mood che ti viene proposto o ti piace giocare d`azzardo con le tue idee?
Se devo lavorare su un mood proposto da qualcun’altro o uno mio non cambia molto perché andrò ad interpretare un’ idea e l’interpretazione resta mia. Come quando un regista lavora su una sceneggiatura. L’ importante è seguire il filo conduttore e poi migliorarlo. Mi piace sperimentare, ma non a caso. Il rischio e l’azzardo fanno parte del vocabolario comune di un creativo. O almeno così dovrebbe essere.
Hai mai pensato di lanciarti in nuove sfide professionali non confinate alla moda?
Moda o non moda, l’importante è che si lavori con l’immagine. Non c’è un confine fra i vari campi creativi. Vorrei avere tempo per usare l’olio e dipingere ciò che ho fotografato, questo si. Ho tante idee nel cassetto che un giorno vorrei realizzare. Mi piace l’idea che le varie discipline artistiche si contaminino fra di loro in modo creativo.
Uno shooting fotografico richiede un lavoro di squadra. Make up artist e stylist, a volte, possono entrate in conflitto con il lavoro del fotografo. Come ti comporti?
Mi piace ascoltare tutti. E’ fondamentale essere sulla stessa onda, è nell’interesse del fotografo stimolare tutto il team e lavorare insieme per un obiettivo comune.
Nel tuo futuro Roma, Milano o l`estero?
Credo che non abbia molta importanza il dove. Il lavoro ti porta sempre in posti diversi. Viaggiare, conoscere nuovi luoghi e nuove culture. E’ questo quello che conta, perché stimola la creatività.