Un’altra finestra sull’arte e sul mondo si è aperta con la VII° edizione del Festival Internazionale del Film di Roma, un evento organizzato da Fondazione Musica per Roma che si tiene in Italia dal 2006, e attualmente presieduta da Paolo Ferrari. L’evento, tenutosi dal 9 al 17 Novembre 2012, che si è svolto all’Auditorium Parco della Musica di Roma, a cavallo tra la Mostra Internazionale d’arte Cinematografica di Venezia e poco prima del noto Torino Film Festival ( 23 Novembre – 1 Dicembre), è iniziato con innovative sorprese ed è terminato a suon di inedite critiche e polemiche per i premi aggiudicati. Il complesso di Renzo Piano è stato il cuore pulsante di questa edizione, dove si sono svolte le proiezioni e il famoso red carpet, attraversato anche questo anno da personaggi hollywoodiani e non, dove ad essere protagonisti oltre alle pellicole, lo erano anche i look scintillanti di attrici italiane e straniere.
La Selezione Ufficiale del Festival del Film di Roma è formata da un Concorso internazionale, un Fuori Concorso, che ospita proiezioni di gala del 2012, da una linea di concorso chiamato CinemaXXi, dedicata alle nuove correnti del cinema mondiale senza nessuna distinzione di genere e durata. Prospettive Italia invece fà il punto della situazione sulle nuove linee di tendenza del cinema italiano. Ad essere invece autonoma, ma parallela, è Alice nella città, che ha organizzato secondo un proprio regolamento una rassegna di film per ragazzi.
La cerimonia ufficiale di proclamazione dei premiati è stata condotta dall’attrice Claudia Pandolfi, madrina dell’evento, che ha sfoggiato per il debutto del Festival un abito realizzato appositamente per lei da Re Giorgio, un bustier in raso di seta color fucsia con lavorazione a conchiglia sul corpino e ampia gonna lunga. A condividere il palco con l’attrice è stato il direttore creativo della manifestazione Marco Müller, che ha apportato non poche modifiche a questa edizione 2012 a cominciare dalla sostituzione della categoria “Extra” con la sezione “CinemaXXI”.
I premi ai film in concorso nella Sezione Ufficiale sono stati assegnati da una giuria internazionale presieduta da Jeff Nichols e composta da Timur Bekmambetov, Valentina Cervi, Edgardo Cozarinsky, Chris Fujiwara, Leila Hatami e P.J. Hogan. Ad aggiudicarsi il Marc’Aurelio d’Oro, premio principale della rassegna per il miglior film, è stato “Marfa Girl” del regista americano Larry Clark. Vincita non poco criticata, ma che la giuria ha preferito assegnare ad un racconto di formazione adolescenziale, un film esasperato e disperato intriso di droga, provocazione , violenza e arte ambientato in una città texana di confine. Il regista- fotografo, che affonda il coltello in una realtà complessa, contraddittoria, solo apparentemente immobilizzata in ruoli definiti e cristallizzati, si lascia sedurre da un gruppo di ragazzi divisi dai conflitti culturali e personali ai confini del Messico. E’ in questo luogo che prende vita il cinema di Clark, un film che non è fatto per i grandi schermi, ma visibile esclusivamente online sul sito ufficiale larryclark.com. Il film nasce dall’osservazione dei nuovi media – commenta il regista Larry Clark nell’intervista che nei giorni scorsi ha rilasciato alle telecamenre di FestivalTube ( per seguire intervista online: http://www.youtube.com/watch?v=eV99F7n6RA0&feature=plcp ) – e dal rapporto dei giovani d’oggi con il computer attraverso il quale scaricano musica e film da youtube, si incontrano e parlano su facebook.
Marfa Girl manca volutamente di una struttura narrativa coerente, di un intreccio riconoscibile. Adam, il protagonista del film, e i suoi amici sono ritratti nella loro quotidianità, e i loro dialoghi somigliano spesso a confessioni di chi viene intervistato davanti l’occhio della macchina da presa di un documentarista. Nel suo sguardo da fotografo egli punta a ritrarre il quotidiano nei suoi aspetti più intimi, le sue immagini sono indipendenti e l’uso diegetico della colonna sonora completa il mood del suo universo.
La giuria ha voluto premiare anche l’Italia per le sue opere, con due riconoscimenti al film più discusso e discutibile di questa edizione, “E la chiamano estate” di Paolo Franchi, conferendogli il Premio per la Migliore Regia, e il Premio Migliore Attrice a Isabella Ferrari. E’ il regista stesso che definisce la sua opera “egoistica”, un lungometraggio dove la personalità dell’artista strabonda senza regola e senso della misura, utilizzando il film come un palcoscenico su cui esibire talenti e conoscenze. Ad entrare nell’occhio della critica è stato la forma del film e il suo scopo. Privato dalle immagini volutamente sfocate della luce abbagliante e dei lunghi pianosequenza, che avrebbero dovuto rappresentare l’autorialità, al film rimane ben poco se non un cuore narrativo piuttosto semplice, in cui i due protagonisti si confrontano giornalmente con la difficoltà di un amore incompleto.
Ad Alì ha gli occhi azzurri, di Claudio Genovesi, che per molti era candidato al premio principale, gli viene assegnato invece il Premio Speciale della Giuria, valorizzando un cinema nostrano caratterizzato dall’impegno sociale e da un pregnante realismo. Questo film si è aggiudicato anche il Premio alla migliore opera prima e seconda assegnato dalla giuria presieduta da Mattew Modine e composta da Stefania Rocca, Laura Amelia Guzman, Alice Rohrwacher e Tanya Seghatchian. Jeremie Elkaim ha ottenuto il Premio per la migiore interpretazione maschile per il film “Main dans le main” di Valérie Donzelli. Premio per il migliore contributo tecnico va a Arnau Valls Colomer per la fotografia di “Mai Morire” e per la migliore scaneggiatura a Noah Harpster e Micah Fitzerman-Blue per “The Motel Life”. L’apprezzato film di Gabriel e Alan Polsky, storia di due fratelli rimasti orfani e uniti da un legame molto forte con Emile Hirsch e Stephen Dorff, si è aggiudicato anche il premio del Pubblico Bnl per il migliore film scelto dagli spettatori. Marilyne Fontaine viene premiata invece come migliore attrice emergente per il film “Un enfant de toi”.
Nel concorso CinemaXXI, la giuria presieduta da Douglas Gordon e composta da Ed Lachman, Andrea Lissoni ed Emily Jacir ha premiato “Avanti Popolo” di Michael Wahrmann, con il trofeo CinemaXXi dedicato ai lungometraggi, il Premio speciale della Giuria è stato consegnato a Picas di Laila Pakalnina, mentre il Premio CinemaXXI corti e mediometraggi è andato a Panihida di Ana-Felicia Scutelnicu. Nella sezione Prospettive Italia come migliore lungometraggio ha vinto “Cosimo e Nicole” di Francesco Amato, come migliore documentario invece “Pezzi” di Luca Ferrari, e come migliore corto “Il gatto del Maine” di Antonello Schioppa. Menzione speciale della giuria della migliore opera prima e seconda è andata ad Alessandro Gassman per il suo esordio alla regia con “Razzabastarda”.
Questa edizione 2012 è stata una vera e propria rivelazione sia per i grandi colpi di scena che per i numeri che ha riscosso il festival in termini di partecipazioni, lungometraggi, accrediti, articoli scritti sull’evento, giornalisti presenti, servizi televisivi e radiofonici dedicati, nazionalità rappresentate e talent presenti, sia italiani che stranieri, il tutto per un connubio perfetto che dall’alba del giorno dopo la sua chiusura, ha già riacceso i motori per cominciare a preparare l’ottava edizione. Müller ha riconfermato la sua presenza per l’edizione 2013, quindi non ci resta che aspettare e guardare al futuro.