Brevi tratti di matita che vanno a raffigurare ora corpi di donne ben vestite, ora accessori e indumenti maschili. Semplici fogli di carta ingiallita direte voi… ma non è assolutamente così che può definire un patrimonio così ampio come quello dei figurini di moda. Pensate che se ieri piccoli sarti, artigiani e precursori di coloro che adesso chiamano designer, non avessero messo nero su bianco modelli, linee, colori e tagli di vari indumenti, oggi noi non saremmo in grado di poter vantare un patrimonio artistico legato alla storia della moda così ampio.
Come qualsiasi settore e campo di azione che nei secoli ha visto uno sviluppo significativo, anche quello legato ai modi di abbigliarsi e dunque alle relative ripercussioni in determinati momenti storici, risulta essere tesoro prezioso per noi proprio perché non smetteremo mai di ribadire quanto la moda sia un settore che ha accompagnato lo sviluppo della figura della donna e non solo. La moda, con le sue creazioni è stata la principale vetrina di cambiamento e andamento della società sin da tempi in cui noi nemmeno pensiamo che il termine “moda” potesse esistere.
Ma ci siamo mai chiesti perché gli antichi Romani, i Greci o gli Egizi vestivano in un certo modo? O perché in Giappone o in Cina le donne erano solite portare addosso qualcosa che invece in Europa non veniva riconosciuto come abbigliamento adatto alla routine quotidiana? Beh, dietro tutti questi interrogativi ci sarebbero milioni di risposte che solo esperti del settore e studiosi potrebbero dare. Ma affinché determinati soggetti possano spiegare a noi comuni mortali, è necessario che vengano portati avanti degli studi.
Fin a qualche epoca fa questi soggetti dovevano essere visti come topi di biblioteca immersi fra polveri, scaffali e pagine ormai logore, adesso è tutto cambiato. Il 2016 si apre all’insegna di una grande conquista che porterà ognuno di noi a poter diventare un grande studioso di storia della moda. Nasce un vero paradiso per bibliofili e non. “Per noi la digitalizzazione è un punto di partenza, non un punto di arrivo. Non ci limitiamo a mettere il materiale on line. Vogliamo incoraggiarne l’uso”, spiega Ben Vershbow dei Nypl Labs, la divisione tecnologica della New York Public Library che ha aperto al mondo intero i propri archivi in versione digital.
Circa 180mila immagini riguardanti ogni settore, disponibili e scaricabili gratuitamente in alta risoluzione. È così che ognuno di noi sarà in grado di farsi una grandissima cultura sulla storia della moda con qualche semplice clic.
Questo perché riguardo il settore fashion sono innumerevoli i figurini di moda, le illustrazioni in generale e i libri resi in linguaggio digitale. Insomma la NWPL è riuscita a mettere online quei documenti fonte di grande ispirazione per attuali e futuri designer; perché ricordiamo che la moda di oggi spesso non fa altro che andare a cercare e studiare dal patrimonio storico, dal passato. Tesori gratuiti su internet che ripercorrono la moda anni ’30, quella che abbraccia l’arco temporale che va dagli anni ’50 agli anni ’70, senza tralasciare la moda maschile e il grande universo delle calzature.
“Le piastre abbracciano diversi decenni che sono stati fondamentali nella cultura americana, che mostrano i tagli distintivi, colori e tessuti che hanno trasformato la moda all’epoca”. Amanti della moda siete pronti dunque ad entrare in una camera delle meraviglie 2.0?