Evoluzioni e rivoluzioni dominano la maison Valentino. Il marchio storico fondato nel 1957 dallo stilista Valentino Garavani, e successivamente passato tra le mani del gruppo Marzotto e del fondo di private equity della britannica Permira nel 2007, e oggi diretto dal duo stilistico Maria Grazia Chiuri e Pier Paolo Piccioli, è stato da poco rilevata dei reali del Qatar.
Dopo Gianfranco Ferrè, controllato al momento da Paris Group di Dubai, anche un’altra icona del made in Italy finisce in mani estere. Non in quelle dei colossi del lusso LVMH e PPR, ma in quelle dell’emiro del Qatar Hamad bin Khalifa Al-Thani grazie alla cessione dell’intera partecipazione di Valentino Fashion Group (VFG, che comprende anche la licenza per il marchio M Missoni), facente capo a Red&Black, società lussemburghese che per l’80% è controllata dal fondo Permira e per il 20% da alcuni membri della Famiglia Marzotto (azionisti di minoranza dal 2007 quando la Red&Black acquistò la VFG per 2,6 miliardi), alla Mayhoola for Investements società partecipata dallo sceicco del Qatar, emiro assoluto del paese ed uno dei più ricchi e stabili dell’OPEC (Organizzazione dei Paesi Esportatori di Petrolio).
La vendita alla Mayhoola, firmata l’11 luglio 2012, è avvenuta per più di 700 milioni di euro, ben oltre 25 volte il margine operativo lordo del 2011. Lo scorso anno infatti il fatturato della maison Valentino è stato di 322,4 milioni (+ 48% del 2010) con un’ebitda di 22,1 milioni. Ottimo anche l’andamento del primo semestre 2012, con un fatturato nel periodo gennaio-giugno di 186 milioni (+ 23% del 2011 rispetto allo stesso periodo) secondo quanto dichiarato da Stefano Sassi, amministratore delegato della casa di moda, che nella prima metà di giugno, in occasione di Pitti, a Firenze, si lasciò sfuggire per la prima volta che “Valentino era in vendita”. Di Valentino Fashion Group fa parte anche il brand MCS Marlboro Classics, che è stato separato dal perimetro di cessione all’emiro del Qatar e e continuerà a far parte di Red&Black, che mantiene ancora una partecipazione di maggioranza anche in Hugo Boss, brand escluso dalla transazione.
A far propendere la Valentino Fashion Group verso la cessione alla holding del Qatar, la Mayhoola appunto, non è stata solo l’entità dell’offerta, ma anche la manifestazione di una progettualità a lungo termine da parte dei nuovi investitori, che nel concreto consiste in ingenti investimenti finalizzati a garantire la crescita internazionale del marchio attraverso il retail e con un nuovo piano industriale di sviluppo, mantenendo al contempo ben salde le caratteristiche del made in Italy, che continuerà a beneficiare del contributo stilistico del tandem Chiuri-Piccioli e dell’esperienza manageriale di Stefano Sassi.
Infatti l’ad di Valentino a trattative concluse, si è dimostrato molto entusiasta e soddisfatto dell’operazione, in quanto negli ultimi anni nonostante il mercato del lusso presentasse momenti altalenanti, l’azienda ha sempre lavorato intensamente, e con un orientamento a lungo termine, con lo scopo di cogliere a pieno le grandi potenzialità del marchio per sfruttarle a 360°. Il lavoro svolto ha portato ad una notevole e sensibile crescita del fatturato, pari a circa il 60% tra 2009 e 2012. “L’attuale posizione evolutiva di Valentino – dichiara Stefano Sassi – potrà essere ulteriormente accelerata con il contributo del nuovo azionista”. Secondo Giancarlo Giammetti, storico braccio destro di Valentino, la cessione della maison co-fondata, è stata una manovra intelligente e necessaria. ” Siamo estremamente felici e sollevati – dichiara – Questo è un risultato brillante ottenuto non solo dall’indiscutibile prestigio del marchio che abbiamo creato, ma anche grazie al lavoro dei due disegnatori e dell’amministratore delegato. Un lavoro basato sulla modestia senza presunzioni […] una lezione per tutto il mondo della moda. Ci auguriamo che la Valentino potrà finalmente affrontare il progetto con le risorse e l’appoggio che negli ultimi anni le sono mancate, da quando ha dovuto operare sotto una proprietà che non aveva una visione, ma che era solo interessata al bottom-line per una futura vendita”.
Spesso si dice che dietro un grande uomo c’è sempre una grande donna. Se ciò è vero, allora non ci si stupisce se l’avvio della transazione è firmato dallo stile regale di Sheikha Mozah bint Nasser, moglie dell’emiro del Qatar e storica cliente della maison sin dai tempi di Valentino Garavani. Le sue sofisticate mise e gli eleganti copricapo non passavano inosservati durante le visite ufficiali, come quelle alla regina Elisabetta d’Inghilterra o quelle all’Eliseo, e come allora, a maggior ragione adesso, la firma dell’atelier Valentino sarà ancor più presente nel suo guardaroba. Con la Valentino Fashion Group il Made in Italy si prepara alla conquista del Qatar.