Ha aperto le porte al pubblico il Digital Life 2013 – Liquid Landacapes nell’ambito del Romaeuropa Festival. La rassegna dedicata alle connessioni tra i linguaggi artistici contemporanei e le nuove tecnologie ha inaugurato la sua quarta edizione con due nuove sezioni allestite negli spazi del Macro fino al 1 dicembre e con un’opera unica al MAXXI fino al 10 novembre.
Denominatore comune è il paesaggio, con i suoi mutamenti. Un paesaggio liquido, intangibile e multiforme che viene indagato sotto forma di esperienza cognitiva ma anche attraverso una serie di dati elaborati digitalmente ricorrendo a connessioni satellitari, streaming real time o alla tecnologia della realtà aumentata.
Il risultato è la produzione di 28 opere: installazioni multimediali, ambienti sonori, video e sculture cinetiche, prototipi di una nuova idea di ambiente naturale ed urbano o interpretazioni futuristiche e a tratti nostalgiche delle relazioni sociali.
Lavori che restituiscono originali possibilità linguistiche e poetiche in un dialogo allo stesso tempo nuovo e ritrovato tra l’individuo e l’ambente che lo circonda. Così il paesaggio reale si sovrappone a quello virtuale, moltiplicandosi attraverso i device degli utenti-individui che lo vivono-navigano.
Accanto a Ryoichi Kurokawa, Daniele Puppi, Quiet Ensemble, tra gli altri, per la prima volta a Digital Life Robin Rimbaud, Mihai Grecu, Carlos Franklin e Roque Rivas, artisti proposti da Le Fresnoy – Studio National des arts contemporains, centro di eccellenza di produzione artistica legato al mondo del digitale.
Novità di questa edizione è proprio la partnership con Le Fresnoy, presente con una nutrita rappresentanza di artisti prodotti dal centro negli ultimi anni, attivi sia nel campo delle istallazioni multimediali che della video arte.
Due le sezioni ospitate negli spazi del Macro Testaccio: nella sezione The world you know il paesaggio è costruito attraverso l’accumulo di dati storici, culturali, geografici e sensoriali per approdare ai sofisticati ingranaggi di macchine “celibi”, metafora della funzionalità delle architetture urbane; nell’altra The world you own, la tecnologia è strumento per dare vita a paesaggi mentali ed impossibili geografie della percezione.
Unica opera attesa al MAXXI è la nuova creazione di Daniele Puppi, artista friulano attivo tra Roma e Londra, che ha proposto per l’occasione il lavoro Happy Moms in cui approfondisce la sua ricerca sperimentale del suono, dell’immagine, dello spazio e del movimento “continuando il proprio lavoro sulla frantumazione di un’esperienza visiva che, nel suo ricomporsi, si apre ad un montaggio di percezioni e relazioni di grande impatto e intensità”.
Paesaggi liquidi, visioni in continuo mutamento, riscritture dolorose, frammenti distorti digitalmente. Le opere in mostra al Digital Life 2013 raccontano in maniera originale ed efficace lo spazio e la relazione dell’individuo con esso.