Che cosa accadrebbe se un giorno venisse chiesto a un clown di liberare l’uomo dagli impegni della routine e dai suoi ritmi stressanti? Il clown grazie alla sua frizzante allegria e alla sua profonda gioia di vivere sembra essere infatti l’unico in grado di portare spensieratezza nella vita dell’uomo moderno, sempre più schiacciato da finti problemi e da bisogni superflui. L’unico che può strappargli un sorriso e restituirgli una visione fiduciosa e ottimista.
È questo il compito non facile del protagonista dello spettacolo teatrale Un uomo in bilico scritto da Marzia Pez e diretto da Umberto Bianchi, in scena al Teatro Abarico di Roma fino al 3 febbraio. Uno spettacolo che ha riscosso grande successo di pubblico in cui i personaggi si scambiano battute sotto forma di aforismi tratti dalla raccolta Siamo come negozi. Aforismi per lasciarsi vivere di Giuliano Compagno in cui l’autore riesce a sintetizzare con tagliente ironia decenni di cultura di massa.
L’uomo di questo secolo viene descritto da Compagno come il paziente anestetizzato di Eliot, in uno stato di incoscienza che non gli permette di cogliere la vera essenza delle cose. Queste pillole letterarie agiscono sullo spazio scenico come una catarsi che rieduca il pubblico alla sobrietà. Risvegliato da questo torpore, lo spettatore può liberarsi dalle sovrastrutture di una finta cultura imposta negli ultimi decenni. Non mancano infatti i riferimenti alla politica del Paese come agone in cui vanno in scena protagonisti meschini e gretti e in cui l’aridità di sentimenti e l’ipocrisia la fanno da padroni.
Tutto lo spettacolo si muove così tra due situazioni perfettamente antitetiche, il successo e la sconfitta con una sensazione di impotenza che aleggia su quasi tutta la pièce. Un uomo in bilico è metafora della vita di ognuno di noi, costellata di gioie e dolori, momenti di euforia e momenti di sfiducia.
La scenografia quasi inesistente fa emergere ancora di più i personaggi come essere vivi che mostrano le loro debolezze e i loro vizi davanti ad un pubblico partecipe e emozionato. In un arco di tempo breve rispetto alle normali rappresentazioni teatrali, lo spettatore diventa il centro di una serie di stati emotivi altalenanti che si susseguono per tutto lo spettacolo secondo un ritmo dettato dal sassofono di Gian Domenico Murdolo.
Le sue note evocano nello spettatore atmosfere a volte malinconiche, a volte allegre, in uno stato di empatia mai interrotta rispetto alle vicende del clown.
Questo progetto nasce dalla volontà del TIL – Teatro in Libreria, di coniugare la rappresentazione teatrale con romanzi in lingua italiana. Nato nel 2007, il TIL si è fatto conoscere per i suoi trailer teatrali e a ha al suo attivo quattro stagioni di spettacoli.
Nel cast artistico, oltre a Umberto Bianchi, ci sono Monia Rosa, Silvana Spina, Carolina Izzo, Manuel Ferrarini, Raffaele Fracchiolla e la ballerina Sara Baccarini. I costumi sono di Francesco Caravaggio.
La locandina dello spettacolo è opera dall’artista siciliana Roberta Manuello la quale ha creato per l’occasione un’illustrazione esclusiva. Nata a Caltagirone, Roberta Manuello si è imposta nello scenario artistico per i suoi lavori che rievocano un mondo infantile e magico. Recentemente, il suo talento è stato paragonato a quello dell’illustratore Enrico Casarosa, nomination agli Oscar 2012.
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