La notizia è oramai ufficiale, da fine Novembre, il designer francese Nicolas Ghesquière non sarà più il direttore creativo della maison Balenciaga. Il matrimonio forte, che sembrava indissolubile da 15 anni, tra lo stilista francese e la maison spagnola, è invece terminato con un breve comunicato spedito a tutto il mondo, e ad annunciarlo è stato lo stesso François-Henri Pinault, presidente e direttore generale di PPR (Pinault-Printemps- Redoute, il gruppo che controlla il marchio dal 2001), dove dichiara che Cristobal Balenciaga è stato un maestro dell’arte della couture, un genio la cui visione avant-garde, dettò grandi tendenze sia nella moda dei suoi tempi, che in quelli di oggi, ispirò generazioni di designer, rivoluzionando i dettami canonici di un’epoca, con un talento creativo indissolubile nel tempo, senza paragoni, e Nicolas Ghesquière, il suo successore, con la sua creatività ha apportato un contributo artistico talmente essenziale e unico alla maison, da poterla risollevare e rinnovare in un momento di indubbia crisi. Una decisione presa di comune accordo a cui non segue nessuna dichiarazione aggiuntiva da parte dello stilista uscente, ne tanto meno nessuna sfilata segnerà ufficialmente l’addio di Ghesquière alla maison, di cui ha guidato egregiamente il timone creativo dal 1997.
Nicolas Ghesquière in 15 anni della sua vita interamente dedicata alla maison Balenciaga, ha ricostruito da zero il marchio, attraverso un approccio creativamente radicale, con un risultato eccellente dopo il suo intervento. All’attivo ci sono infatti più di 62 negozi e corner Balenciaga nel mondo, considerando che è uno dei marchi più adorati dalla stampa mondiale. Nato nel 1971 a Comines nel nord della Francia, cresciuto nella vicina Loudun e da li quasi subito trasferitosi a Parigi, Nicolas è considerato uno degli stilisti più virtuosi ed eclettici della sua generazione e, nonostante la giovane età, è già visto oggi come un grande maestro. Enfant prodige sin da subito, manifesta grandi doti sartoriali e a soli 15 anni inizia uno stage presso il marchio Agnès B. a Parigi. Ne segue un altro presso la designer Corinne Cobson, e più tardi diventa assistente per diversi anni di Jean Paul Gaultier. Dopo diverse esperienze come freelance sopratutto in Italia, con il brand Callaghan e Trussardi, nel 1995 viene assunto da Balenciaga per disegnare per una licenziataria abiti e capi d’abbigliamento in maglia e da funerale destinati tutti al grande mercato giapponese.
Nel 1997 quando il designer Josephus Thimister, responsabile del ready to wear, lascia la maison, Nicolas a soli 26 anni prende il suo posto, diventando il nuovo direttore creativo con l’obiettivo di rivitalizzare il brand. Battesimo avvenuto con successo sulle passarelle parigine con la sua prima collezione del ready to wear, primo step di una storia di successo, che ha scritto un capitolo importante nella storia del costume moderno. E questo è proprio quello che ha fatto, rileggendo con una nuova luce i canoni della maison e innovandone l’immagine senza stravolgere un heritage così importante nato dalle laboriose mani di Cristobal nel lontano 1915. Nei lunghi anni della sua attività, lo stilista francese ha perseguito con costanza un ideale di moda intellettuale, incominciata dal suo precursore, sempre aperta alle contaminazioni con l’arte visuale, il cinema, l’arte figurativa, in un mix di citazioni d’archivio, lavorazioni d’atelier, materiali iper-tecnologici e silhouette sartoriali altamente sperimentali. Sono bastate poche stagioni per riportare Balenciaga ad un nuovo smalto dalla posizione di declino in cui si trovava, grazie alle famose creazioni di Ghesquière, estreme ed estremamente sofisticate, ispirate ad un’estetica precisa che si basa su logiche elitarie, ai tempi considerate poco commerciali. In poco tempo l’impolverata maison de couture del passato è diventata una delle più avvenieristiche e contemporanee case di moda cool di oggi.
Amato da tutti e sopratutto dalle giornaliste come Susy Menks, Sally Singer, e da fashion icon come Charlotte Gainsbourg e Chloe Sevigny, il termine che più delinea la sua moda è “all’avanguardia”. Nel giugno del 2001 riceve l’International Designer of the year Award dal Council of Fashion Designers of America. Nello stesso anno il brand passa di proprietà ed entra a far parte del Gucci Group, precursore della divisione lusso di PPR, acquisendo Balenciaga dal Groupe Jacques Bogart, un’azienda di profumi e abbigliamento, lasciando al creativo la possibilità di mantenere una partecipazione pari al 9%. Finalmente Ghesquière ha la possibilità di accedere ai sontuosi archivi d’epoca di Cristobal Balenciaga, che danno un forte input al suo concetto di design. Sin da allora, con maggiore libertà di azione e con il suo particolare estro creativo, lo stilista francese fa di ogni stagione un nuovo gioco, con nuovi temi sempre diversi, improntando le sue collezioni con un tocco rétro e futurista. Da quando la griffe è entrata a far parte della scuderia PPR, facendone un indiscutibile emblema del lusso sofisticato, Ghesquière ha potuto utilizzare mezzi che pochi potevano permettersi, potendo così sfruttare al meglio la sua inesauribile vena creativa e la capacità di rendere i suoi défilé degli eventi imperdibili, capaci di attirare l’attenzione di qualsiasi media, tanto da essere definito dalla giornalista di moda più famosa al mondo, Susy Menks dell’International Herald Tribune, “il più originale e intrigante designer della sua generazione”.
Balenciaga diventa Ghesquière e Ghesquière diventa Balenciaga in un gemellaggio indissolubile all’insegna della sperimentazione irriverente, della rivoluzione futuristica, scandita sfilata dopo sfilata grazie ad una architettura progettuale a 360 gradi. Con i suoi abiti, il suo design e le sue idee, Nicolas vuole dare un tocco personale alla linea della griffe, ma assolutamente rispettando i dettami principali di questa maison. Si, perché il percorso artistico del celebre couturier Cristobal Balenciaga, oggi fonte d’ispirazione moderna, ha influenzato non solo la storia della moda francese, ma anche quella europea e oltre oceano, grazie alla sua spiccata capacità nel mescolare insieme materiali diversi.
Maestro del taglio e della precisione Cristobal è stato capace di creare sul corpo umano geometrie morbide ed eleganti. Spagnolo di nascita, classe 1895, nato a Getaria, ereditò dalla madre sarta l’amore per l’arte sartoriale, tanto che a soli 20 anni aprì la prima maison di alta moda a San Sébastian. Il grande successo di quegli anni gli permise le altre due aperture a Madrid e a Barcellona. E’ nel 1937 che Balenciaga approda nella ville Lumière, precisamente in Avenue George V civico 10, dove aprì la sua maison. Ed è prorpio la capitale dell’haute couture che lo consacra come simbolo indiscusso di stile ed eleganza, o come diceva lo stesso Christian Dior “il couturier dei couturier, il maestro di noi tutti”. Con le sue doti riuscì a far apprezzare alla Parigi degli anni ’50, gli elementi del suo paese come il pizzo, il bolero e il contrasto tra il rosso e il nero. Egli dedicò tutta una vita alla creazione degli abiti, e riuscì ad andare oltre i confini della moda, per questo è considerato un vero e proprio artista. Intuizioni geniali e innovazioni sorprendenti, unite ad una precisione maniacale, sono alla base di tutte le sue creazioni come camice senza colletto, scollature piatte, abiti a palloncino, a tunica, a sacco e scamiciati. L’intensità geometrica, tratto distintivo dello stilista, e mai tradito da Ghesquière, è sublimata dall’uso e dalla scelta dei colori, che sono forti e profondi, come il verde bottiglia, il giallo limone, il viola, il nero, il rosa confetto e il rosso. Amante del contrasto tra colori e tessuti, amava abbinare preziose stoffe tradizionali come la seta, il taffettà, il tweed e il canvas a tessuti nuovi, sperimentali, come il nylon. Tutti, compresi i suoi avversari di stile, erano d’accordo nel ritrovare nella maestria sartoriale di Balenciaga doti architettoniche, pittoriche e scultoree. Lo stesso couturier considerava queste caratteristiche necessarie per l’estro e lo spirito di un creatore di moda. Per Cristobal infatti il vero stilista doveva essere un architetto nel design, uno scultore nelle forme, un pittore nei colori, nonché un musicista nell’assemblare questi elementi in modo armonico, e un filosofo per l’ideologia, che secondo egli c’era dietro ogni abito. Era dunque un architetto per i tagli impeccabili, grazie ai quali i tessuti scelti per ogni abito assecondavano le forme del corpo piuttosto, che costringerle in rigide geometrie, esaltando la figura femminile e mettendola in condizione tale da potersi esprimere incondizionatamente. Pittore non solo per la scelta dei colori, ma sopratutto per le influenze di artisti come Diego Velàzquez e Goya, a cui si ispira per l’uso di tonalità scure. Ed infine scultore per la predilezione di stoffe preziose, sopratutto rigide per seguire le forme progettate.
Couturier ufficiale della casa reale spagnola, apprezzato dall’aristocrazia europea e dalle donne più belle e potenti dell’epoca, Cristobal realizzò abiti per una ristretta élite di persone in grado di rendere omaggio a tanta arte. Le sue creazioni non erano tanto appariscenti, ma al contrario erano espressione di una eleganza sobria, raffinata ed interiorizzata. Negli anni ’50 Balenciaga si scontrò spesso con la filosofia del celebre Christian Dior. A differenza di quest’ultimo il couturier spagnolo aveva bisogno del contatto fisico con l’abito e desiderava conferire libertà al corpo femminile eliminando così stecche, imbottiture, corpetti rigidi, discostandosi così dalle tecniche stilistiche del XIX secolo. La sua conoscenza dei tessuti gli permetteva di poter prendere ispirazione dalle stoffe per le sue creature, tanto da inventare un tessuto perfetto per creare volumi e sopratutto adatto per gli abiti da sera, questo era il Gazar. Non è un caso infatti se Coco Chanel lo considerava uno dei pochi e veri couturier in grado di tagliare il tessuto, assemblarlo e cucirlo con le sue mani, mentre gli altri li reputava solo dei disegnatori. Nel 1968 diventato un simbolo incontrastabile nell’universo dell’alta moda e dell’eleganza, si ritira dalle passerelle. Nell’era del boom economico e della rapidissima ascesa del pret-à-porter, all’apice della sua fama e del suo inesauribile estro creativo, preferisce uscire di scena lasciando un’impronta indelebile nella storia della moda. Saranno i suoi successori, sarà Ghesquière in prima persona a mantenere vivido il suo ingegnoso talento e a continuare la storia della sua moda, proprio come ha fatto sino ad ora, riscrivendo un capitolo della vita di Cristobal Balenciaga, che grazie allo stilista francese e alle sue opere, ha dato nuova luce alla maison proprio in onore del suo ideatore.
La coppia Balenciaga-Ghesquière è dunque diventata simbolo e interprete di un codice internazionale, e sin da quando Nicolas ha cominciato a lavorare nella maison ha fatto si che potesse parlare al mondo con il suo stile. Ed è così che il management del brand da il via ad un piano di sviluppo worldwide. Arrivano le capsule collection legate alla riedizione dei pezzi d’archivio, nonché le mini collezioni di singole tipologie di prodotto. Fioriscono le licenze nell’eyewear e anche nel settore dell’Haute Parfumerie, che Ghesquière ha rivalorizzato grazie a nuove fragranze entrate nel mercato, come l’ultimo profumo, “Florabotanica” la cui testimonial è la diva di Twilight, Kristen Stewart. Arriva il menswear a completare l’universo principalmente femminile, e le celebrities ad indossare le sue mise d’autore sui lunghi red carpet. Tutto al fine di creare una chez Balenciaga che sviluppa un giro d’affari più di 210 milioni di euro sempre in continua crescita. L’elemento principale che ha contribuito al successo internazionale della maison è per eccellenza la “Balenciaga le Dix Motorcycle Bag”, la borsa in pelle con frange e borchie diventata un vero cult e must have tra le fashioniste e giovani trendsetter di tutto il mondo. Questa cult bag è disponibile in diverse misure, first, city e work a seconda della grandezza, rettangolare e prodotta in morbidissima pelle d’agnello. Ma l’elemento che contraddistingue la Motorcycle sono le frange. Durante gli anni i colori sono stati moltissimi come le forme, ma la silhouette dal gusto un pò rock e un pò parisienne, le conferisce quello chic in più che l’ha resa famosa.
E’ nel 2003 che apre la prima boutique a New York, e nel 2004 viene prodotta una Balenciaga Edition, ovvero una capsule collection ispirata a pezzi iconici d’archivio. Mentre la sua prima collezione nel ’97 aveva un carattere più architettonico, quella autunnale del 2006 diventa uno dei suoi punti forti, grazie ai cappotti cocoon e ad abiti di tessuti raffinati ispirati alle passate creazioni di Cristobal. Per la primavera 2007, una delle collezioni più iconiche degli ultimi tempi, Ghesquière ha proposto modelli fascianti, declinati in uniformi ispirate alla fantascienza, come giacche nere di pelle borchiata con spalline e leggings dorati “robotici”, ricoperti da lamine dorate. Per l’autunno dello stesso anno lo stilista si è ispirato al tema della multiculturalità, utilizzando tessuti a lavorazione ikat per una collezione dall’immagine college-preppy. Nelle stagioni successive il designer continua a proporre creazioni sperimentali partendo dagli abiti scolpiti e a clessidra stampati con esuberanti motivi floreali per la primavera 2008, per arrivare alle giacche squadrate abbinate ai micro-shorts presentati per la primavera 2012. Tra i capi che maggiormente definiscono lo stile Balenciaga oggi troviamo i pantaloni skinny, le giacche in pelle dal taglio asciutto e gli abiti con forme e volumi ben delineati, in materiali come il latex o la pelle lucida, decorati con vari pattern e textures.
Dopo 15 anni di lodevole matrimonio creativo tra lo stilista e la maison del gruppo PPR, e dopo un viaggio cool attraverso le sue 31 collezioni che il designer francese ha regalato alla griffe, e le ultime 11 cover dedicate al lavoro estetico di un grande maestro della moda contemporanea, ci si chiede chi prenderà il suo posto, e se la “new entry” sarà in grado di essere all’altezza dell’uscente genio per continuare la sua opera. Ma anche un’altra domanda si sta ponendo oggi il fashion system, ossia quale sarà il futuro di Ghesquière? Dopo l’arrivo di Raf Simons a Dior, in sostituzione di John Galliano, e quello di Hedi Slimane a Saint Laurent, al posto di Stefano Pilati, la moda transalpina sta conoscendo una stagione di forte rimescolamento dei valori. E solo il tempo al tempo potrà dare il verdetto se questo turbinio di arrivi e partenze, avrà giovato o meno alla moda. Il mistero del futuro designer aleggia ancora sopra chez Balenciaga, la decisione deve essere ancora presa, e PPR nel frattempo sta considerando un certo numero di candidati, sebbene ci si continua ad interrogare sui motivi della separazione del duo, che secondo indiscrezioni potrebbero essere legati a “crescenti attriti” interni. Isabelle Guichot, ceo di Balenciaga, ha dichiarato di avere una “short list” di possibili candidati, e che per il momento occorre concentrarsi sull’organizzazione del brand, sulla guida del team e sul potenziale sviluppo del marchio. La Guichot sostiene di avere grandi ambizioni e importanti prospettive di crescita perché la maison è forte ed è stata sviluppata sino ad ora per potersi esprimere senza timori anche nel prêt-à-porter, che procede con le 6 capsule collection: pelle, maglieria, pantaloni, t-shirt, seta e abiti neri, oltre alla linea vintage, nota come Edition.
“L’azienda è matura e l’attività è veramente in una fase di evoluzione” sottolinea la Guichot, e la volontà del management è quella di continuare la strategia avviata anni fa, che ha portato il brand ad essere uno dei maggiori attori del lusso nel mondo, come pure ha osservato il managing director di PPR, Jean François Palus, affermando che Balenciaga si è ingrandita di ben 11 volte da quando è stata rilevata e ci sono ancora margini per un’espansione geografica, retail e del prodotto. Lo chief executive officier ha affermato che la direzione creativa di Ghesquière “è stata un’esperienza incredibile per Balenciaga, per creatività, contenuti e durata. Nicolas ha molti talenti. Ha bisogno di esprimere il suo talento e sono sicura che lo farà […] il cambio di direzione creativa fa parte della vita di una casa di moda”. Tra la rosa dei possibili candidati troviamo Alexander Wang, sulla cresta dell’onda già dal 2007, anno in cui ha presentato ufficialmente il brand che porta il suo nome. Wang ha già un universo di fedelissimi appassionati dei suoi tagli netti, dal fit perfetto e dalle silhouette decise. Favoriti sono anche Joseph Altuzzara, Olivier Theyskens, Pedro Lourenco, la coppia Lazaro Hernandez e Jack McCollough di Proenza Schouler, che però sono già impegnati nello sviluppo del loro brand. Mary Katrantzou, J.W. Anderson e Thomas Tait, accanto a Bouchra Jarrar, nota per le sue creazioni made to measure, e già conosciuta in casa Balenciaga per avervi lavorato.
In elenco c’è anche la favorita Natacha Ramsay, per anni prima assistente e braccio destro di Ghesquière. Nella fashion list spicca perfino la figura di Christopher Kane, giovane stilista scozzese che ha fondato e lanciato il brand che porta il suo nome. Infatti François-Henri Pinault sarebbe interessato da tempo, a rilevare la quota del marchio del designer inglese e il deal potrebbe combaciare con l’affidamento della direzione creativa. Per il management di Balenciaga sarebbe preferibile nominare qualcuno capace di continuare la storia di una maison nata come innovatrice per eccellenza e che, negli anni di Ghesquière ha conquistato il pubblico glamour di stagione in stagione. Prenderne il comando è una responsabilità incredibile dopo un tale successo, che rimarrà scolpito nella storia della moda. Per quanto riguarda il destino dello stilista, da una parte l’International Herald Tribune ipotizza, che potrebbe essere in seno al Gruppo LVMH, grande concorrente di PPR, per dirigere una linea che porta il suo nome sotto la supervisione di Delphine o Antoine Arnault, figli di Bernard Arnault presidente LVMH. Dall’altra si potrebbe pensare che lo stilista dalla fama internazionale, potrebbe essere l’erede creativo di una grande maison francese ancora in cerca di un direttore creativo: Elsa Schiaparelli. Ma si sa, i colpi di scena modaioli non finiscono mai, non ci resta che aspettare le decisioni del fashion system.