Amare la moda non vuol dire adorarla solo superficialmente, facendo diventare oggetto di desiderio qualsiasi capo costoso visto in passerella o degli accessori limited edition. Amare la moda vuol dire, piuttosto, avere sempre “fame di sapere”, di conoscere ogni singolo particolare che ha portato alla nascita di una determinata maison, conoscere altresì tutto il lavoro che sta dietro ciò che poi viene esposto nelle vetrine. Perché è proprio attraverso la conoscenza di chi ha davvero scritto le pagine della moda mondiale, che si può apprezzare ancora di più ciò che viene creato e che poi indossiamo. Louis Vuitton non è solo borse bellissime e distinguibili grazie alla fantasia monogram o il delicato damier, Louis Vuitton è molto di più. È principalmente storia, una storia che ha avuto inizio nel 1854 e che ancora oggi tutti vorremmo ascoltare come se si trattasse della fiaba più bella di tutti i tempi. Una maison che oggi, dopo anni e anni di lavoro e dedizione, ha deciso di aprire le porte del suo patrimonio artistico al Grand Palais di Parigi, dove è attraverso diversi percorsi tematici che si viene improvvisamente trasportati all’interno dell’universo Louis Vuitton.
Viaggiatori e amanti del fashion system saranno improvvisamente invasi da un profumo di faggio che contribuirà a portare la mente indietro nel tempo quando, a soli 14 anni, il padre fondatore della maison iniziò a muoversi verso la Ville Lumière al fine di apprendere le tecniche della lavorazione del legno; da lì fu tutto un cammino in salita, da abile artigiano volto a realizzare le crinoline dell’Imperatrice Eugenia, il suo nome diventò un vero punto fermo riconoscibile nel panorama dell’arte e della moda, come se si trattasse di due sorelle destinate a camminare mano nella mano per il resto della loro vita. Il quid in più che Gaston- Louis Vuitton mostrò da subito, fu quello di avere l’acutezza mentale in grado di percepire quali fossero le esigenze della popolazione del tempo, in particolare dei viaggiatori, e riuscire ad offrire prodotti di eccellenza in grado di “favorire” il viaggio e non ostacolarlo, nona caso portò proprio la firma del brad, il primo “baule-letto” d’uso leggendario creato unicamente per l’esploratore Brazza. “Il vento avanguardista soffia sulle linee della Fondazione, simbolo dell’audacia cara a…Louis Vuitton” sono queste le parole che accompagnano lo shortmovie Never Ending Story
Una grande retrospettiva che il curatore dell’esposizione, Olivier Saillard,ha deciso di ricreare diversi angoli di viaggio, degli isolotti, in cui esporre l’heritage appartenente alla maison. La mostra Volez, Voguez, Voyager è proprio un incontro fra pezzi storici, dai bauli più antichi agli schizzi sul taccuino di Gaston-Louis Vuitton, e ancora profumi e oggetti attuali. E’ come se fra le mura del Grand Palais si andasse a creare un vero e proprio dialogo fra passato e presente.
«È una mostra meravigliosa, riflette un modo di viaggiare che non esiste più, non sarà mai più come prima» afferma Karl Lagerfeld, «È un vero viaggio ed è un’esperienza che ti fa sognare su com’era la vita un tempo” continua Natalia Vodianova, mentre Adele Exarchopoulos viene invasa da una grande voglia di viaggiare dopo aver visto la mostra che riassume con la parola “liberté” e mentre Catherine Deneuve afferma che l’aria, il treno, la nave danno proprio l’impressione che si stia viaggiando, è così che Michael Burke, CEO di Louis Vuitton descrive l’esposizione: «La Maison Louis Vuitton è sempre stata un’avanguardista nelle sue creazioni. Se oggi, dopo più di un secolo dalla sua fondazione, la Maison è leader mondiale indiscusso nel settore del lusso e della moda è grazie alla valorizzazione del nostro patrimonio e alla nostra sensibilità nell’anticipare le tendenze. Per questa mostra, Olivier Saillard si è immerso negli archivi della Maison per scoprirne tutti i segreti. La sua è una nuova visione del nostro passato, presente e futuro».
Atemporalità, universalità e bellezza, questo è il mondo #LouisVuitton.