Imponenti come non mai gli abiti scultura di Cappucci, il caleidoscopio rigato di Missoni, i jeans di Fiorucci e i modelli a sorpresa di Moschino, si ergono nelle sale espositive del celebre museo di Londra, il Victoria and Albert Museum, per festeggiare i 70 anni della Moda Italiana. E’ qui che torna di scena il made in Italy con “The Glamour of Italian Fashion 1945-2014”, una mostra evento che ha aperto i battenti lo scorso 5 aprile e sarà visitabile fino al 27 luglio 2014.
E’ un viaggio nel mondo della moda italiana, dalla fine della seconda guerra mondiale ad oggi, quello presentato nelle sale del più prestigioso museo d’arte e design del mondo, un percorso nel passato recente dell’Italia visto e proposto nella veste storica di uno dei settori più celebrati del Bel Paese, la moda, che attraverso personaggi, maison e momenti importanti hanno reso grande lo stile e la qualità italiana nel mondo. “La moda è cruciale per l’Italia e l’Italia è cruciale per la moda” – commenta Tom Ford durante l’inaugurazione della mostra. Un’appassionante esplorazione attraverso i meandri della storia, patrimonio d’arte fatto di genio e abilità artigiana, creatività e destrezza commerciale, la rassegna racconta come l’Italia sia riuscita a passare dagli austeri abitini di “garanzia italiana” del periodo fascista all’eccellenza attuale, famosa e sopratutto richiesta in tutto il mondo.
Centoventi sono i pezzi in mostra che, come spiega la curatrice Sonnet Stanfill, non vogliono rappresentare un’enciclopedia della moda italiana, bensì un compendio in cui a emergere devono essere i punti chiave che contraddistinguono il Made in Italy, ossia l’altissima qualità sartoriale, l’eccellenza della manifattura e dei materiali e la tradizione di molte case di moda estese in tutte le regioni del Bel Paese. “Abbiamo tentato di riproporrre al pubblico le tappe di un percorso che hanno reso la moda italiana unica nel suo stile e nei suoi prodotti – commenta la Stanfill – e l’abbiamo fatto dividendo l’installazione in due parti. La prima parte è dedicata agli anni dell’Alta Moda, mentre la seconda che arriva fino ai giorni nostri, è riservata al ready to wear, all’industria in larga scala che ha conquistato anche i mercati più difficili”.
L’installazione realizzata dal museo londinese è una ricostruzione minuziosa resa possibile da un lungo lavoro iniziato dallo studio degli archivi storici delle aziende di moda, dalla preziosa collaborazione di Bulgari e dal contributo di numerose collezioni private ,che per l’occasione hanno prestato alcuni dei loro pezzi più belli. Tessuti e creazioni favolose sono così a portata di visitatore, offrendogli la possibilità di conoscere per la prima volta anche alcuni grandi protagonisti del mondo della moda italiana, noti fino ad ora solo ad esperti del settore. Come l’illustre Giovanni Battista Giorgini, che negli anni Cinquanta lanciò i prodotti italiani sul mercato internazionale. Dopo il 1945 le industrie manifatturiere grazie al Piano Marshall, ripresero a lavorare favorendo l’inizio del ritorno al lusso che necessitava però di una nuova spinta rivoluzionaria. A fornirla è stato proprio l’imprenditore Giorgini, che nel 1951 inaugurò a Firenze il primo salone internazionale della moda. Successo che si ripeté quando l’imprenditore organizzò lo show nella Sala Bianca di Palazzo Pitti, dove sfilarono i migliori stilisti dell’epoca sotto l’occhio attento di centinaia di buyers.
Al Victorian and Albert Museum potranno essere ammirate proprio le creazioni di quelle prime sfilate, dai pizzi elaborati degli abiti da sera delle sorelle Fontana, ai delicati abiti da cocktail con stola di Emilio Pucci con le loro ampie gonne che sbocciano come fiori fino ad arrivare ad alcuni splendidi abiti della stilista Simonetta, molto amata dal pubblico americano. E saranno proprio questi ultimi grazie ai desideri delle star di Hollywood, a fare da volano internazionale della moda italiana. Infatti dalla Dolce Vita di Fellini, con gli splendidi abiti indossati da Anita Ekberg, realizzati dalle sorelle Fontana, a quelli di Ava Gardner ed Elizabeth Taylor, le attrici diventano le principali ambasciatrici nel mondo dello stile italiano. Proprio di quest’ultima sono esposti i gioielli di Bulgari, comprati per l’attrice da Richard Burton.
Dagli albori del Made in Italy si arriva al boom degli anni Ottanta di Giorgio Armani, Fendi, Gianfranco Ferré, Gucci, Missoni, Prada, Pucci, Versace e Dolce e Gabbana fino ad arrivare agli stilisti dei nostri giorni come Gianbattista Valli, al duo Maria Grazia Chiuri e Pier Paolo Piccioli alla guida della maison Valentino, a Fausto Puglisi e Stella Jean. La mostra è arricchita da immagini e testimonianze di numerose celebrità tra cui Audrey Hepburn, inoltre attraverso filmati e interviste ai protagonisti del mondo della moda, viene documentata l’eccellenza dei diversi settori del Made in Italy, dal pregiato tessile alla maestria sartoriale, dalle nuove tendenze alle moderne strategie di comunicazione.
La mostra ha l’ambizioso obiettivo di raccontare attraverso disegni, abiti e celebrità la storia dell’eleganza e dell’eccellenza tutta Made in Italy e di quanto essa sia stata influente dal secondo dopoguerra in poi, fino a diventare vessillo della capacità imprenditoriale e dello stile in tutto il mondo. Un evento questo, che oltre a mettere in risalto la creatività pone le basi per una riflessione sul futuro. “La moda è tutto il mondo, noi siamo italiani” commenta Stefano Gabbana. In un districarsi di valori e sentimenti nazionali è il paesaggio della creatività che si vuole mettere in risalto, quella mappa digitale che sottolinea la rete di tessutai, di laboratori e filiere industriali distribuite su tutto il territorio.