Futuro incerto? Rifugiamoci nel vintage.
C’è un filo rosso che lega costumi e pratiche culturali del nostro tempo. Una tendenza trasversale che imperversa negli ultimi anni. Parliamo della nostalgica inclinazione al passato, dello sguardo ammirato e commosso che, sempre più spesso, rivolgiamo verso ciò che siamo stati.
E mentre c’è chi sentenzia teorie sociologiche sulla mancanza di identità delle nuove generazioni, il “nostalgico contemporaneo” si riversa con successo su molti campi: dalla politica al cinema, dalla comunicazione alla moda.
Nel mondo del fashion, questa tendenza ha un nome: vintage. Che si pronunci all’inglese o alla francese – ben più chic! – questo termine è ormai sulla bocca di tutti, fashionisti e non. Si lega a forme, colori e tessuti che hanno caratterizzato epoche intramontabili, vicine ma lontane.
Ritornano in auge oggetti che hanno segnato la storia. Abiti, borse, accessori che, superando le tendenze passeggere, diventano immortali. Ma anche interi guardaroba che, recuperati e salvati da polvere e tarme, acquistano nuova vita. Come sosteneva Coco Chanel, infatti, “l’eleganza non consiste nell’indossare un vestito nuovo”.
E così, il trench Burberry può diventare uno splendido abito. L’elegantissimo tubino nero di Audrey Hepburn perde ogni traccia di naftalina sotto una felpa oversize anni 80. La Chanel tweed jacket acquista nuovo sapore se abbinata a short e anfibi.
L’imperativo è reinventare, fruire i grandi classici della moda in un’ottica nuova.
Sbizzarritevi, le strade del vintage sono infinite!
Claudia Pittini