Africa. Immense distese di sabbia, caldo sole in un eterno tramonto, raggi bollenti che toccano la pelle, è calore, è passione.
Una passione che prende e coinvolge, e che la moda recupera ad ogni cambio di stagione. Dimenticate il brutto tempo, è tempo di estate, è tempo di Africa.
Lunghi abiti zebrati, aderenti fasce maculate, grossi e rigidi bracciali, lunghe e colorate collane: luoghi comuni o imponente verità? Realtà passata e presente, perchè nella moda tutto torna. Ma mentre noi sogniamo la moda che verrà, cosa succede nel continente nero? Novità, successo, speranza. Ecco le tre parole chiave che spiegano l’approccio africano al nuovo sistema moda.
Novità. Freschezza, e non poca ingenuità nella presentazione delle collezioni che hanno sfilato un mese fa a Lagos, capitale della Nigeria, durante l’Arise Fashion Week. Settantasette stilisti africani, hanno presentato in cinque giorni le nuove collezioni, innovative e sorprendenti, per una moda che piace. Lagos è novità. Aria di innovazione in un sistema di sfilate ormai “vecchio”. Nel ricco quartiere di Victoria Island, si è assistito a nuove situazioni, con un front-row fatto di “tutto pubblico”, dove per i posti a sedere a dettar legge è stata la regola del “chi tardi arriva male alloggia”, ed allora ecco buyers e giornalisti misti a donne comuni. Nuovi scenari per nuove situazioni.
Successo. Collezioni che hanno fatto il giro del mondo, e che sono piaciute. Passerelle colorate che pescano dalla tradizione etnica africana i colori e le fantasie, ma che nelle linee e nelle lunghezze ricordano la moda occidentale. Ce n’è per tutti i gusti. “Qui si respira un’energia e un’atmosfera unica – afferma la top model Alek Wek – si percepisce, anzi si vede proprio una creatività che sulle piazze più affermate quasi non c’è più.” Il successo c’è e si vede, lo dimostra l’invito ricevuto a sfilare a New York per cinque giovani stilisti, che sulla passerella africana hanno presentato le loro collezioni. La moda africana riscuote così consensi ed accende una speranza.
Speranza. “Abbiamo Milano, Londra, New York e Parigi. Perchè non Lagos? – ha chiesto Penny McDonald, uno degli organizzatori – siamo stati invitati alle passerelle di New York e ci è stato chiesto di tornare a Città del Capo e in altre città, ma c’è così tanta voglia di moda a Lagos che ci sentiamo a nostro agio nella nostra idea di farne la quinta capitale della moda del mondo“. E’ questa la speranza futura: Lagos come quinta capitale della moda internazionale.
Un sogno che diventerà realtà? Chi può dirlo, intanto cresce il sogno che le parole “novità”, “successo” e “speranza” diventino un passaggio obbligato per la realizzazioni di progetti moda futuri: che possano portare cose nuove, avere una buona riuscita, per crescere in futuro.