Con il passare degli anni il concetto di casa è mutato profondamente e, con esso, il modo in cui designer e creativi lo disegnano. Non più spigoli vivi, linee rette bensì spazi accoglienti e intimi che rimandano ad un significato profondo per coloro che li abitano. Il gusto estetico non è più al primo posto, oggi l’oggetto di design già nella fase della progettazione rispetta uno scopo funzionale, declinandosi in tante forme. Per Geooff Man può essere una lampada che evochi il volo di una falena che vi è intrappolata, per il trio Demakersvan una rete metallica con un ricamo che ricordi il motivo della collana della nonna, per l’inglese Martino Gamper delle sedie riassemblate da materiale di riciclo. L’Art Basel di quest’anno è l’occasione per ammirare da vicino nomi importanti della scena artistica contemporanea e per valutare le proposte più innovative e originali di artisti emergenti. Ciò contro cui i giovani designer di oggi sembrano combattere è l’assunto secondo il quale l’arredamento è solo qualcosa di bello ma abbiamo visto come ormai anche una sedia può comunicare qualcosa.
Perfino un cuscino può esserci amico. Un compagno per combattere la solitudine secondo la visione romantica del duo Lanzavecchia + Wai, giovani designer che lavorano insieme dal 2009 e vincitori del premio “Time to design new talent” in Danimarca. Impegnati in progetti internazionali da qualche anno, si occupano di design research e furniture design. Francesca Lanzavcchia da Pavia e il singaporiano Hunn Wai si sono conosciuti quando frequentavano la Design Academy di Eindhoven e oggi lavorano tra Singapore e l’Italia. Il nuovo oggetto di design che hanno ideato, chiamato Lightmate, è un morbido cuscino dalle linee antropomorfe che emette una luce fioca e un leggero calore quando viene abbracciato.
L’idea venne a Francesca nei primi mesi trascorsi in Olanda all’epoca della Design Academy. Voleva in qualche modo che questo cuscino riuscisse a colmare il vuoto provocato dall’assenza di una persona e più in generale la solitudine causata dal distacco dal suo Paese. Ancora oggi la loro collaborazione è guidata da una forte convinzione, quella di creare oggetti che rappresentino un legame intimo con chi li utilizza. Recentemente hanno infatti sviluppato l’dea di uno speciale bastone di appoggio per anziani o persone con disabilità che rientra nella collezione No Country for Old Men.
Disegnato con originalità, questo bastone non è un oggetto di cui vergognarsi ma piuttosto un valido sostegno con un comodo appoggio per sorseggiare un tè o su cui riporre il nostro Ipad o un buon libro. L’obiettivo – sostiene Wai, era quello di “colmare la distanza tra l’aspetto medico e quello domestico senza rinunciare a un messaggio forte insito nell’oggetto”. E la sua compagna Lanzavecchia sembra essere sulla stessa lunghezza d’onda quando afferma: “Quando ho preso questa strada il mio intento era quello di sfruttare la mia creatività e la mia empatia per fare qualcosa di utile per gli altri”.
Oggetti sensuali, tattili con cui si può stabilire una sorta di intimità, quasi estensioni del nostro corpo. È questa la definizione che questii designer danno oggi agli oggetti che progettano. Buon Art Basel a tutti.
Chiara Cianfarani