“Looks aren’t everything. Believe me, I’m a model.” Basterebbero queste parole per descrivere Cameron Russell, la modella che voleva diventare Presidente degli Stati Uniti per cambiare il mondo. Anche se alla fine la Casabianca è stata sostituita da passerelle e set, lei non ha smesso di sognare un mondo migliore. E così, dal discorso tenuto al TEDtalk – da cui sono estratte le parole sui look – Cameron Russell ha iniziato a sviluppare diversi progetti per dare voce a chi non l’ha. Un’iniziativa tutte? Interrupt mag, un magazine non convenzionale caratterizzato contributor e tematiche che cambiano ogni mese.
Un salotto a Manhattan dove anziane lesbiche riflettono sulla loro giovinezza, una camera da letto a Città del Capo, dove le donne queer di colore celebrano la bellezza e l’erotismo nella loro relazioni, e ritratti di giovani religiosi LGTB nel mondo sono solo alcuni dei temi della quarta edizione di Interrupt mag. Il mondo LGTB, tema portante di questa edizione, viene raccontato ed esplorato da giovani artisti americani e africani. HOLAA! e Project S.O.L sono tra questi.
Holaa! è un collettivo queer panafricano che prome la diffusione di dibattiti e di informazioni sulla femminilità africana del post-colonialismo. I mezzi utilizzati sono diversi, si va dal web 2.0 ai lavori di donne queer provenienti da tutta l’Africa. Senza dimenticare quelle persone che sono state costrette ad abbandonare il continente.
Project S.O.L., invece, è un programma giovanile specifico per LGTB che offre spazi sicuri per educare i giovani del Lower East Side.
Con il suo Interrupt mag Cameron Russell è riuscita a mostrare come esistano molti giovani talentuosi, spesso non considerati dai media. E che il talento non è sempre vincolata ad un’educazione tradizionale.