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8 Marzo, fiere di essere donne!


Nonostante le tante battaglie vinte e l’aspra rivendicazione delle ormai raggiunte pari opportunità le donne meritano una “giornata Internazionale” che ricordi alla collettività sia le tante conquiste economiche, politiche e civili che le hanno emancipate da una visione sostanzialmente maschile, sia comunque – dato parecchio allarmante – le tante discriminazioni e violenze che ancora subiscono in molte parti del mondo.

Ma perchè proprio l’8 marzo si celebra la donna?

Perchè inizia proprio da qui il punto di partenza del riscatto femminile (e dunque femminista).

Fin dal secolo scorso, infatti, in un clima di accese lotte politiche e istanze di diritti sociali influenzato dalle proposte e dall’azione del Congresso Socialista, le donne si sono rese protagoniste di grandi eventi e hanno quindi scelto l’otto marzo per celebrare le loro agognate vittorie.

Proprio in questa data, nel lontano 1908, a New York decine di migliaia di operaie gridano a pieni polmoni lo slogan “Bread and Roses!” e chiedono lavoro e paga più dignitosi: “pane” per simboleggiare una certa sicurezza economica e “rose a voler indicare una migliore qualità della vita.

Sempre in quella data, le donne americane scendono in piazza con una marcia pacifica per ottenere inoltre, il diritto di voto e l’abolizione del lavoro minorile.

Forse però, non tutti sanno che questa festa è anche legata ad un caso di “morte bianca”: quando 129 donne perdono tragicamente la vita in un rogo scoppiato nella fabbrica dove lavorano, cioè alla Triangle Shirtwaist Company di New York.

62 di loro, nel disperato tentativo di salvezza, perdono la vita lanciandosi dalle finestre dell’edificio, alto 10 piani.

Questa era l’azienda che produceva le camicette alla moda di allora e rappresenta una delle prime industrie tessili di prodotti fashion in territorio americano.

La morte delle operaie, quasi tutte immigrate camiciaie italiane ed ebree dell’Europa dell’Est, risulta ancora più drammatica in quanto tutte loro sono addirittura rinchiuse a chiave nello stabilimento durante il lavoro per il timore di furti o di pause troppo lunghe.

Basti pensare che alcune delle vittime dell’incendio hanno 12 o 13 anni e svolgono turni di lavoro massacranti e impensabili persino della durata di 14 ore: la settimana lavorativa andava dalle 60 alle 72 ore con un misero salario settimanale di 6/7 dollari.

Dopo questo grave incidente, negli USA si giunge finalmente ad una riforma del lavoro che assicura maggiori diritti alle lavoratrici.

In Italia la prima festa delle donne risale al 1946 ad opera di un gruppo di femministe, mentre nel 1972 fu eclatante la manifestazione svoltasi a Roma alla quale partecipa anche l’attrice americana Jane Fonda al grido del famoso slogan “L’utero è mio e me lo gestisco io!”

Oggi la connotazione femminista e “impegnata” degli esordi è andata svanendo, e la ricorrenza, anche grazie all’usanza di regalare il fiore di mimosa ha acquisito un carattere più marcatamente commerciale.

E infine, per festeggiare nel segno dello stile, a tutte le fashion victims si segnala per l’occasione anche l’uscita della speciale capsule collection di Marni che proprio dall’8 marzo sarà possibilie trovare in tutti i negozi della catena di fast fashion svedese H&M.

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