Testo e foto a cura di Vanessa Bocci
Il Museo dell’Accademia Etrusca e della città di Cortona per i 500 anni dalla scomparsa dell’artista Luca Signorelli lo celebrano in una mostra dal 23 giugno all’8 ottobre 2023, con un corpus selezionato di opere provenienti da collezioni italiane e straniere. Dalla Galleria degli Uffizi di Firenze al Museo Nazionale Capodimonte di Napoli, dalla National Gallery of Irland di Dublino all’High Museum of Art di Atlanta, i dipinti sono stati selezionati con l’ obbiettivo di andare a rappresentare al meglio ogni decennio dell’attività del pittore. L’iniziativa è stata affidata alla cura di Tom Henry, uno dei più autorevoli studiosi dell’artista e professore dell’università di Kent. Luca Signorelli, nato e morto a Cortona (1441-1523), operò in tutto il centro Italia e la sua carriera si estese per sei decenni, dal 1464 fino alla sua morte avvenuta nel 1523.
Durante il periodo del Rinascimento italiano Signorelli emerse come una delle figure più influenti della sua generazione, lasciando un contributo significativo sull’ arte del tempo. Allievo di Piero della Francesca, l’artista ebbe un’influenza notevole sui pittori successivi come Raffaello e Michelangelo, con cui sviluppò un contatto diretto. L’importanza di Signorelli fu riconosciuta anche da Giorgio Vasari, il quale nella sua celebre opera “Le Vite degli artisti” del 1568, collocò la biografia del pittore come culmine dell’espressione artistica del Quattrocento, sottolineando la sua spiccata inventiva.
I mecenati dell’artista furono alcuni dei personaggi più illustri del tempo, tra cui Papa Sisto IV, Papa Giulio II e Lorenzo de’ Medici. La mostra comprende tre sale, dove sono esposte le opere che vanno a ricoprire gran parte della carriera dell’artista, dai dipinti realizzati a Firenze e a Siena fino a quelli eseguiti nella sua bottega a Cortona. Questa raccolta ha lo scopo di far apprezzare le straordinarie doti artistiche e di narratore. Quadri come l’Annunciazione proveniente da Volterra mettono in risalto la maestria di Signorelli come colorista e pittore dall’accentuato senso scultoreo.
L’artista ebbe un legame profondo con la sua città natale evidente in tutta la sua carriera, come dimostra il tondo del MAEC, il quale ritrae la città in cui visse e lavorò. Le Pale dall’altare di Matelica, di Montepulciano e di Gamurrini furono tutte dipinte a Cortona e poi consegnate alle rispettive destinazioni. Signorelli sviluppò la prassi di realizzare le opere nella sua città natale e poi inviarle ai propri committenti. Molti artisti passarono attraverso la sua bottega, tra questi possiamo citare il figlio, Antonio anch’esso pittore, ma purtroppo venne a mancare in età prematura e Signorelli decise di lasciare la sua bottega al nipote Francesco, il quale ereditò anche il suo ruolo di artista principale di Cortona. Francesco aveva collaborato con Signorelli per diversi anni, realizzando dipinti basati sui disegni dello zio e continuò ad utilizzarli nelle commissioni che realizzò dopo la morte del pittore.
Per questa esposizione diverse opere sono state sottoposte a lavori di restauro; tra queste vi sono il tondo del MAEC, il tondo del Musée Jacquemart-André di Parigi e le Quattro Figure in piedi di Collezione privata inglese. Ogni intervento di restauro ha permesso di rimuovere vernici e ridipinture, consentendo di ammirare le opere quasi nel loro stato originale, quando lasciarono per la prima volta la bottega dell’artista. Nella terza ed ultima sala si può ammirare in tempo reale il restauro di una delle grandi pale del pittore oggi conservata al Museo Nazionale d’Arte Medievale e Moderna di Arezzo. Grazie alla Direzione regionale Musei della Toscana, del Museo aretino e all’opera di restauratori specialisti sarà possibile assistere da vicino e comprendere, in alcuni momenti della giornata, il minuzioso lavoro di mani esperte che restituiranno a nuova vita uno dei capolavori di Signorelli. Gli interventi di restauro prevedono la fermatura del colore e un riordino estetico della verniciatura. La pala gli fu commissionata nel marzo del 1518 dalle monache francescane della chiesa delle Santissime Margherita e Maria Maddalena di Arezzo, le quali desideravano una pala per l’altare maggiore di quella chiesa. Luca Signorelli fu un colorista brillante, un disegnatore eccelso e un pittore capace di conferire alle sue opere uno spiccato senso plastico, specialmente nelle rappresentazioni maschili ritratte in pose dinamiche.