Erano passati due anni dall’ultimo incontro, da quando Sabrina -protagonista del film omonimo interpretata da Audrey Hepburn– partì per Parigi. Al suo ritorno William Holden alias David Larrabee stenta a riconoscerla. Non è più la goffa figlia dell’autista di famiglia che lo spiava dalla cima di un albero: adesso Sabrina è diventata una donna. La cura dei dettagli e la classe del portamento sono suggerite dalle décolleté col tacco basso, dalla gonna lunga al polpaccio, dai guanti. Ma anche -se non soprattutto- dalla scelta di indossare un cappello. Un copricapo che sia segno di cambiamento ed eleganza.
E se questa è solo la trama di un film, la passione di Audrey Hepburn per i cappelli è reale. Li amava perché grazie a loro poteva proteggere i capelli così importanti per il suo lavoro, ma soprattutto si divertiva a indossarne di nuovi e diversi, magari creati appositamente per lei. Lo aveva fatto Hubert de Givenchy, con il quale l’attrice strinse un sodalizio fondamentale per il suo stile dentro e fuori lo schermo, che per lei disegnò ad esempio il cappello maculato che indossa nel film Sciarada.
Un vezzo, un tocco di classe. Questo rappresentano i cappelli per Audrey. E proprio l’amore nei confronti di questo accessorio ha ispirato la raccolta di tutte le fotografie dell’attrice e dei suoi cappelli. Il libro, dal titolo Audrey Hepburn in hats che uscirà il 30 Giugno 2013 per la ReelArtPress,è a cura di June Marsh e comprende gli scatti di artisti dell’epoca come Dennis Stock, Bob Willoughby, Terry O’ Neill. Una sezione del volume è dedicata agli abiti e ai cappelli che Audrey Hepburn indossa nel celebre film My fair lady, per i cui costumi Cecil Beaton vinse il Premio Oscar l’anno successivo.
Un’opera che ci guida tra le scelte di un’icona di stile, immagini memorabili e la consapevolezza che spesso è un accessorio a fare la differenza. Un tuffo nel passato, dunque. Ma anche nell’eleganza che, si sa, “è l’unica cosa che non sfiorisce mai”.