Lei è un pezzo di storia della moda. E anche un orgoglio per l’Italia. A lei si può attribuire l’invenzione della tonalità rosa shocking o la sostituzione della sfilza di bottoncini con la cerniera lampo. Lei disegnò l’abito da sera dipinto da Salvador Dalì, applicando delle aragoste giganti. E sempre lei fu l’artefice di una moda surrealista e geniale, con pezzi come i guanti con le unghie il famoso cappello a forma di scarpa. Un genio racchiuso nella figura di Elsa Schiaparelli, la stilista che negli anni Trenta si contese le scene della moda parigina con un altro mostro sacro come Coco Chanel.
Nata nel 1890 a Roma, si trasferisce nel 1922 nella capitale francese, dove ottiene presto successo come couturier per via delle sue creazioni estrose e fuori dagli schemi. Nel 1954 prende la decisione di chiudere l’atelier e di uscire dalle scene, fino alla morte, avvenuta nel 1973.
Oggi il mito di Elsa Schiaparelli, o Schiap, come il nomignolo con cui la ribattezzarono i francesi, torna a rivivere grazie all’intuizione avuta dall’imprenditore Diego Della Valle, che cinque anni fa ha acquisito sia l’archivio che i diritti. L’idea è quella di rilanciare il marchio che porta il suo nome con una “Collezione molto speciale ma al tempo stesso riconoscibile – si legge in un comunicato – E una grande attenzione agli accessori”, il cui debutto è previsto per febbraio 2013. Si vocifera addirittura di una riedizione del profumo Shocking del 1936, racchiuso in una boccetta fucsia modellata sulla sinuosa silhouette di Mae West. “Nessuna rincorsa ai tempi commerciali del mondo della moda – chiarisce Diego Della Valle – ma un lavoro che punti al meglio, nel gusto e nella qualità, con tutta la calma necessaria per farlo”.
Il primo step previsto, comunque, è la riapertura dello storico atelier di Place Vendôme a Parigi, in programma per quest’estate, durante la settimana della Haute Couture. Intanto, è già toto scommesse sul nome di chi sarà il direttore creativo della maison. Il più quotato finora pare essere John Galliano, rimasto senza incarico, dopo essere stato licenziato da Dior per via dei suoi atteggiamenti antisemiti tenuti fuori da un bar di Parigi un anno e mezzo fa. Ma in lizza c’è anche Rodolfo Paglialunga, ex direttore creativo di Vionnet, con esperienze professionali anche in Prada. Quello che è certo, invece, è il nome dell’ambasciatrice del marchio: si tratta di Farida Khelfa, attrice, regista e modella di origine algerina, già musa di Azzedine Alaïa e di Jean Paul Gaultier, una donna che per molti versi somiglia a Elsa Schiaparelli: di forte temperamento, fuori dagli schemi, passionale e anti-conformista.
Nell’attesa di rivedere nelle boutique le creazioni a nome di questa grande stilista del ‘900, si può fare un salto a New York da qui al 19 agosto, per visitare la mostra allestita da Harold Koda e Andrew Bolton al Costume Institute del Metropolitan Museum of Art di New York, dedicata alla grande Elsa a confronto con un altro grande nome dei nostri tempi, Miuccia Prada. Impossible conversations è il nome della mostra: ma se fosse ancora viva, che scambi di idee con Miuccia!