Confezionare un mondo diametralmente opposto a quello reale restituendo allo spettatore una sensazione di appartenenza: questa la vera forza di Tim Burton. Viaggiare attraverso i suoi tanti capolavori per ritrovare in ciascuno di essi caratteri universali: ricerca esasperata dell’amore, lotta tra il bene e il male, trame e inganni; elementi, quindi, riscontrabili nella vita di tutti i giorni con le sembianze di spose cadavere, creazioni di laboratorio, barbieri assassini, ma anche vampiri.
E proprio i vampiri sono i protagonisti della sua ultima “fiaba” gotica dal titolo Dark Shadows.
Fu a metà del XVIII secolo che ebbe inizio la storia della dinastia Collins, quando i coniugi Collins e il figlio Barnabas salpati alla volta dell’Inghilterra (Maine), diedero vita a un grande impero commerciale.
Sarà proprio il figlio Barnabas (Johnny Depp) a spezzare involontariamente l’idillio familiare innamorandosi della dolce Josette (Bella Heathcote) e di conseguenza distruggendo il cuore della devota strega Angelique (Eva Green), la quale assetata di vendetta, oltre a eliminare la rivale e i genitori di Barnabas, trasformerà l’amato in un vampiro per poi seppellirlo vivo.
Dopo un “meritato”, o meglio obbligato riposo, Barnabas disseppellito da degli operai si ritrova a fronteggiare un periodo storico fatto di strade in cemento, di <<piccole canzoniere>> in televisione e di giovani alla ricerca dell’ amore universale, rientrando quindi nella società nel 1972.
Ritornato nella sua antica dimora, e svelata a Elizabeth Collins Stoddard (Michelle Pfeiffer) la sua vera identità, Barnabas
decide di riprendere in mano la redini non solo dell’azienda, ormai alla deriva, ma anche della famiglia ritrovando negli occhi della tata Victoria Winters (Bella Heathcote) il suo perduto amore.
Il passato tornerà, comunque, per saldare i suoi debiti: l’intraprendente Angie (Eva Green) non tarderà troppo a barattare la sua posizione economica, in cambio dell’antico e ancora vivo sentimento d’amore.
Vampiri lontani da quelli rappresentati nella saga di Twilight: colori cupi, linguaggi aulici, passioni distruttive e tanta delicata ironia nell’ultimo film di Tim Burton.
Impossibile chiedere di più, perché impossibile sostituire l’ormai fedele Johnny Depp, il pallore talvolta invidiabile dei volti dei protagonisti, la perfetta opposizione tra la seducente Angie e la dolce Victoria e l’elegante ed imperfetto quadretto familiare.
Tim Burton, ancora una volta, partendo dalla diversità è riuscito attraverso le disavventure della famiglia Collins a renderci tutti uguali.