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Strega comanda l’autore


È stato assegnato il Premio Strega 2012. | ‘Sti cazzi, direte voi. | E c’avreste pure ragione, se non fosse che da più di sessant’anni – dico s-e-s-s-a-n-t-a, mica cotica – il Premio Strega è l’appuntamento numero 1 in Italia per chi vuol darsi un’aria da finto intellettualoide a proprio agio nel mondo. Non che sia sbagliato, per carità. Però la cultura è altro. Forse, per i primi anni, lo Strega valeva qualcosa, ma adesso, sicuramente, è solo un mezzo per auto compiacere le grandi case editrici. Oh, ma c’avete fatto mai caso che vince quasi sempre Mondadori o un editore facente parte allo stesso gruppo editoriale? Va be’, questi sono dettagli… | Veniamo a noi. Il 5 luglio c’è stata la premiazione di questo benedetto Premio Strega che, mi viene quasi da dire, nasce per fare pubblicità al liquore (ma anche questi sono dettagli). Comunque. Il 13 giugno erano stati scelti i cinque finalisti.

Su quattrocentosessanta aventi diritto al voto, avevano espresso le loro preferenze in quattrocentoventiquattro, ci sono stati trentasei astenuti, una scheda nulla e una bianca (gli astenuti e i votanti scheda bianca sono le persone che ci capiscono di più, ma sono dettagli). Comunque. La classifica dei cinque testi selezionati era:

Le operazioni di voto sono state presiedute da Edorardo Nesi, che ha vinto il Premio Strega 2011 con Storia della mia gente (Bompiani). | Faceva strano vedere Piperno in terza posizione, visto che era dato come super mega ultra favorito. Comunque. Tanto era. L’importante è il risultato finale e, il risultato finale, il 5 luglio, ha decretato come vincitore niente popò di meno che (rullino i tamburi – squillino le trombe – si sbigottiscano gli occhi – paraparà-parà) Inseparabili, di Alessandro Piperno. Ma guarda un po’. Il Premio Strega, come Sanremo, è uno dei pochi premi dove i pronostici vengono sempre rispettati. | Un consiglio a tutti: volete vincere il Premio Strega e farvi belli agli occhi degli altri (e magari acchiappare un frego di gnocca)? Bene, allora seguite alla lettera questi quattro punti e il successo è garantito al 90%: 1) Scrivete un romanzo senza che, in qualche maniera, racconti una qualche saga famigliare (tipo le fiction Mediaset va benissimo); | 2) Scrivetelo senza clamorosi errori di grammatica e che abbia un minimo di senso (ma anche questo è relativo, tanto ci sono gli editor che aggiustano tutto – vedi il caso della Solitudine dei numeri primi); | 3) Pagate un buon agente letterario che vi garantisca di essere pubblicati da Mondadori; | 4) Assicuratevi che Mondadori vi pubblichi. | Dopodiché il gioco è fatto. |

Comunque. Siccome, alla fine, se volete sapere la qualità di un libro dovete prima conoscere, per prima cosa, com’è stato letto, poiché ogni testo è la somma delle sue letture, eccovi una breve summa di come abbiamo letto questi cinque testi del Premio Strega.

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