Il capolavoro della letteratura francese, I tre moschettieridiAlexandre Dumas, tornerà in un nuovo, colossale adattamento cinematografico. Eva Green, Vincent Cassel e Louis Garrel saranno i protagonisti del primo dei due lungometraggi che completeranno il racconto, entrambi diretti da Martin Bourboulon (Eiffel, Papa ou Maman e Papa ou Maman 2), “I tre moschettieri – D’Artagnan”. Eva Green si calerà nei panni di Milady de Winter, Vincent Cassel interpreterà il ruolo di Athos e Louis Garrel sarà Re Luigi XIII. Nei panni dell’iconico protagonista, François Civil (Wolf Call), affiancato da Romain Duris nei panni di Aramis e Pio Marmaï in quelli di Porthos, mentre Vicky Krieps sarà la regina consorte Anna d’Austria.
Il film sarà distribuito in Italia da Notorious Pictures a partire dal 6 aprile. In contemporanea con l’uscita cinematografica,I tre moschettieri – D’Artagnansarà in tutte le librerie con il romanzo e il manga ufficiali tratti dal film, entrambi editi da Gallucci.
La pellicola
D’Artagnan, giovane e vivace guascone, viene dato per morto dopo aver cercato di salvare una ragazza da un rapimento. Quando arriva a Parigi, cerca in tutti i modi di scovare gli aggressori ma non sa che la ricerca lo condurrà nel cuore di una vera guerra che mette in gioco il futuro della Francia. Alleandosi con Athos, Porthos e Aramis, tre Moschettieri del Re, D’Artagnan affronterà le macchinazioni del Cardinale Richelieu.
Ma, innamorandosi di Constance, la confidente della Regina, si metterà in serio pericolo guadagnandosi l’inimicizia di colei che diventerà il suo peggior nemico: Milady.
Occhi grandi, teste enormi. Personaggi molto manga localizzati in spazi improbabili, combinazione di influenze horror, vittoriane e delicati profili preraffaelliti. Cultura goth e street che si mischia alla ripetitività dell’icona, riveduta e corretta. Incontro ravvicinato di Magritte, Dalì, Dante Gabriel Rossetti, Leonardo Da Vinci con le bambole di porcellana vittoriane e le Dollfie giapponesi.
Questo è il POP-SURREALISM, conosciuto come pop – surrealismo in Italia, mix&match di ispirazioni così diverse che sembra impossibile possano incontrarsi e formare uno stile unico, riconoscibile e magnifico.
Una corrente che non viene ancora riconosciuta dal mondo dell’arte “ufficiale” ma che ha fatto successo velocemente tra le fila delle star e le celebrities americane, come Leonardo Di Caprio e Stephen King. Ed è proprio grazie a questa inaspettata pubblicità che questo stile così inconsueto è riuscito ad acquistare visibilità, costruendosi un proprio giro di appassionati, gallerie e compratori.
Grazie al web ed il passaparola gli autori ora sono conosciuti in tutto il mondo, arrivando fino in Italia, proprio nella sua capitale. Nel cuore di Roma infatti, nelle vicinanze di Palazzo Farnese, c’è la Dorothy Circus Gallery, uno spazio espositivo innovativo dedicato all’arte Pop Surrealista e alle nuove tendenze dell’arte figurativa.
È Alexandra Mazzanti il cuore e la mente della galleria, la sua direttrice, la sua promoter.
Nata a Roma nel 1978 in una famiglia amante dell’arte, Alexandra Mazzanti si interessa fin da piccola alla pittura, passione che la porta a frequentare prima l’Accademia delle Belle Arti di Venezia e poi fotografia a Firenze, si dedica anche alla scenografia che realizza per gli spettacoli al Teatro Nazionale, al Teatro Olimpico di Roma e al Bolshoj di Mosca.
È nel 2007 che fonda la Dorothy Circus Gallery, che lei stessa dichiara essere risultato della sua “esperienza, formazione artistica e di essere umano.” Alexandra Mazzanti concepisce la galleria come un’idea, un concept all’avanguardia, “un break da sogno nel centro nevralgico di una Roma turistica e da vivere, una location surreale appositamente creata per accogliere capolavori e spettatori e legarli in un rapporto indissolubile.”
Ma chi frequenta questo posto onirico, a cavallo tra le realtà?
“I giovani sono i primi ricettori di questa corrente artistica, vuoi perché sono tutti cresciuti con i manga, il punk, i videogames ed il cinema di Tim Burton, ma questo genere ha anche catturato gli intenditori, gli appassionati di una pittura classica che sembrava perduta.”
In questa particolare cornice, fino al 31 maggio, si svolge la mostra The Magic Caravan, un percorso che accompagna il pubblico nella magica spirale dei colori del circo, tema centrale e sempre presente della galleria. Gli artisti, gli attori di questa scena, sono lo statunitense Mark Elliott e il giapponese Naoto Hattori che con la loro poetica atemporale esplorano ed interpretano il tema.
Serata particolare sarà quella dell’8 Giugno, quando s’inaugurerà “Would You Be My Miracle?”, mostra- investigazione nell’eccezionalità del miracolo possibile, nel surreale insito nella natura e nella legenda, divina o umana.
Nell’evento d’apertura la compositriceAlessandra Celletti accompagnerà lo spettatore nel percorso con una Live Piano Performance, creando atmosfere magiche ed inaspettate. Saranno esposti nell’area “red velvet” il leader indiscusso della digital art, Ray Caesar, e l’affermata artista lituana Natalie Shau. Atteso anche l’esordio dell’artista italiano Paolo Guido, che esporrà nel “white velvet space” le sue opere digitali insieme ad un dipinto realizzato sia in pittura digitale che ad olio su tela, rivelandosi al pubblico in tutto il virtuosismo. In mostra anche l’opera inedita creata per la rivista “L’espresso” in occasione del 150° anniversario dell’unità d’Italia.
Queste interessanti visioni di un mondo distorto, critiche sottili alla razionalità cosciente, sono il mezzo per giungere “oltre”, in un mondo in cui realtà, veglia e sogno sono presenti nello stesso momento. Danno accesso a ciò che sta oltre il visibile, all’anima dell’artista ed ai suoi pensieri . Una corrente artistica che rispetto all’arte ufficiale, ormai mezzo di un marketing smodato, è al contrario: si nutre della pubblicità e delle celebrities, reinventandoli e mischiandoli all’ interiorità dell’uomo.Pop-Surrealismo, appunto.