Il dibattito si fa sempre più acceso e il dubbio diventa amletico: la Ragazza con l’orecchino di perla o la Gioconda? Vi dimostriamo come il dilemma si può risolvere facilmente, secondo una logica aristotelica. Ma partiamo dalla premessa, ossia dal motivo per cui i critici d’arte più illustri d’Italia stanno interrogandosi tra Vermeer e Leonardo. Il motivo è dato dal fatto che dall’8 febbraio al 25 maggio Bologna ospita a Palazzo Fava il capolavoro dell’autore fiammingo, che sta registrando cifre da record: quasi 30.000 visitatori con la media di oltre 3000 al giorno e 4000 al sabato. Il che ha iniziato a far pensare che l’anonima olandesina del ‘600 possa superare in notorietà la celeberrima Monnalisa. Il primo a cui è stato posto il quesito è stato Philip D’averio, che all’Hugffington Post ha risposto: “La ragazza con l’orecchino di perla è come la Barbie, altro che Gioconda!”. E come dimostrazione ha portato il ritratto di Vermeer.
Si è trattato di una provocazione, naturalmente, per indicare come questa mostra sia solo un’operazione commerciale di nessun valore, se non quello economico, esattamente come la vendita di Barbie. Il settimanale Oggi ha messo a confronto due opinioni, quella del curatore Marco Goldin, che Naturalmente non la pensa allo stesso modo e definisce la giovane ritratta da Vermeer: “Moderna icona della femminilità, che in poco tempo è diventata più popolare di ogni altra donna mia dipinta”, e lo storico dell’arte Carlo Pedretti, che ribatte che l’opera di Leonardo “resta il ritratto di donna non solo più celebre, ma anche più conosciuto e ammirato al mondo.” Dunque a mettere tutti d’accordo può essere proprio la mitica bambolina. Infatti non solo la Ragazza con l’orecchino di perla è come Barbie-o Barbie è come lei-, ma anche l’enigmatica signora del ‘400 è diventata Barbie! Insomma, basta fare un semplice ragionamento di tipo sillogistico: se la Ragazza (R) è uguale a Barbie (B) e anche la Gioconda (G) è uguale a Barbie (B) ne consegue che la Ragazza con l’orecchino di perla è come la Gioconda e sono tutte Barbie.
Insomma è lei la risoluzione per tutto! E questo vale per opere d’arte d’ogni epoca: la plastic girl più amata-odiata di sempre è anche la più usata come modella per riprodurre dipinti e sculture arcinoti. Dunque eccola qui in versione scandalosa barocca da terga
e in quella impressionista frontale dell’ Olimpia di Manet.
Modella per gli scultori, gareggia in sex-appeal anche con la Venere di Milo
fino a mettersi in competizioni con i nudi in carne e ossa di famosissimi fotografi: dal romantico scatto, decisamente più in carne, di Grivaud
a quello perfetto realizzato da Newton (e diciamolo, in questo caso l’originale umano supera quello in plastica)
senza dimenticare il nudo surreale di Man-Ray.
Calata nei panni dell’intramontabile Coco Chanel
e ritratta come Marilyn da Warhol
e come la giornalista Sylvia Von Harden
Esiste anche Barbie più macabra in versione vittima dell’opera di Guy Bourdin,
ma molto più spesso in versione carnefice grazie alle opere di Mariel Clayton, in cui l’eterno fidanzato Ken diventa la vittima preferita
Non manca nemmeno di fare l’ “attrice” in quello che fu il ruolo della Bardot nel film “Il disprezzo” di Godard
Del resto già aveva celebrato la rivista di moda per eccellenza, Vogue…
E campeggia sui muri metropolitani come una super-top
Infine con la versione ultra-moderna, con tanto di tatuaggi su tutto il corpo e chioma rosa, ideata dall’italiano Simone Legno, a dimostrazione di come sia eterna, adattabile a ogni età e a ogni tipologia femminile, che si tratti di dame rinascimentali o di ragazze del XXI secolo.