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Pier Paolo Pasolini rivive grazie a Gucci al MoMa di New York

La sua capacità di avere uno sguardo sempre lucido sul presente ed esserne dunque testimone “vivo” racchiude l’essenza di una figura intellettuale che oggi più che mai torna ad essere di forte attualità: Pier Paolo Pasolini, protagonista al MoMa (Museum of Modern Art) di New York grazie alla Maison italiana Gucci, che finanzia il riversamento della versione restaurata in digitale del capolavoro “Medea” rielaborato su formato 35 mm, in collaborazione con l’ Istituto Luce Cinecittà e al Fondo Pier Paolo Pasolini / Cineteca di Bologna, città natale dell’artista.

 Dal 3 Dicembre al 5 Gennaio 2013, all’interno degli spazi di The Roy e Niuta Titus Theaters è in corso infatti un’importante retrospettiva completa delle opere del nostro indimenticato poeta-regista, tra cui appunto film ma anche scritti, saggi e dipinti. La produzione cinematografica è suddivisa in quattro filoni principali che più o meno coincidono, secondo i critici, a quattro fasi principali della vita socialmente e politicamente impegnata dell’artista Pasolini: il primo filone va dal 1961 al 1964 ed è intitolato “Il cinema nazional-popolare”: comincia proprio col suo primo film “Accattone” del 1961 che gli conferisce subito la fama di regista dal prodigioso talento, per poi proseguire con capolavori come “Mamma Roma” del 1962 e una serie di divertenti film a episodi come “Uccellini e uccellacci” e “La terra vista dalla luna”, culminando con “Il Vangelo secondo Matteo” del 1964. Il loro particolare in comune è dato dal fatto di essere intensi ritratti di “outsider” e persone che vivono ai margini della società.

La seconda e terza fase, periodo centrale/cruciale della produzione pasoliniana, vengono spesso definite “cinema impopolare” a causa delle sue sagaci e pungenti critiche verso la borghesia, che sfociano nell’appassionata immediatezza di film come “Teorema” del 1968, “Porcile” del 1969 e infine “Medea”. Vi è poi “La trilogia della vita”, interamente girata tra il 1970 e il 1974, tris di racconti e favole tradizionali come “ Il Decameron” del 1971, “I racconti di Canterbury” del 1972 e “Il fiore delle Mille e una notte” del 1974, rivisitati nell’ottica moderna di Pasolini, che riesce sempre e comunque a mantenere intatta l’universalità dei loro messaggi. L’artista amava ripetere infatti che la sua scelta di soffermarsi sul passato è dettata dal suo potere di riflettere il presente in maniera più efficace.

La fase finale dell’opera di Pasolini è definita “L’abiura della trilogia della vita” ed è rappresentata dall’ultimo disperato film del regista, “Salò o le 120 giornate di Sodoma” dell’anno 1975, bloccato per lungo tempo dalla censura.

Tutta la sua produzione è esemplificativa della modalità del suo fare cinema, che lo vede impugnare la macchina da presa come un’arma, rendendola uno strumento trasgressivo e irruento, una valvola di sfogo contro gli abomini della società dell’epoca e che ancora oggi, come in uno specchio immune al tempo, si riflettono nel nostro attuale ed innegabile malessere.

Parallelamente alla retrospettiva sul cinema pasoliniano, hanno luogo anche una serie di importanti manifestazioni legate alla poliedrica carriera del grande intellettuale, come quella del 14 Dicembre, che omaggia il Pasolini più letterario grazie alla recitazione di brani, saggi e poesie da parte di famosi attori italiani e americani supervisionata da Dante Ferretti, che inizia la sua carriera di scenografo proprio con Pasolini. Il giorno dopo si esplora invece il versante artistico del personaggio con l’esposizione di oltre 40 tra suoi disegni e dipinti provenienti dal Fondo Pier Paolo Pasolini presso la galleria “Location One” e a seguire, il programma di alcuni artisti contemporanei che si esibiscono in performances ispirate a Pasolini sotto la regia del Direttore Klaus Biesenbach.

“Sono da sempre molto affezionata all’opera di Pier Paolo Pasolini, figura di spicco tra gli intellettuali del XX secolo” – afferma con orgoglio Frida Giannini, Direttore Creativo di Gucci.

“Ringrazio l’Istituto Luce Cinecittà per aver dato a Gucci la possibilità di supportare l’esibizione di Pasolini a New York. Una mostra completa degli scritti, dei film e dei quadri del grande artista che aiuterà a far approfondire in America la figura e il genio creativo, poliedrico e sempre attuale, di Pier Paolo Pasolini.” Uno degli ultimi veri artisti che grazie alla loro arte dipingono con guizzo geniale e sublime la realtà.