Fino al 3 marzo prossimo, presso le Logge dei Tiratori di Gubbio si potrà ammirare la mostra “I Macchiaioli e la pittura en plein air tra Francia e Italia”, per celebrare il movimento artistico che ha lasciato un segno indelebile. L’esposizione è stata curata da Simona Bartolena, storica e critica d’arte. La mostra è prodotta e realizzata da Navigare Srl con il patrocinio del Comune di Gubbio e il sostegno di Fondazione Perugia. La rassegna presenta oltre 80 opere dei grandi protagonisti di questa rivoluzionaria stagione artistica quali Signorini, Fattori, Abbati, Lega, Cabianca, Sernesi in dialogo con alcuni degli esponenti della Scuola di Barbizon quali Corot, Daubigny, Troyon e Rousseau.
Le opere in esposizione provengono sia da collezioni private sia da alcune istituzioni pubbliche. Nel 1855 molti artisti italiani si recarono a Parigi per visitare la sezione di Belle Arti dell’Esposizione Universale soffermandosi soprattutto sulle opere realizzate dai pittori della cosiddetta Scuola di Barbizon, un cenacolo artistico che prendeva nome da una zona ai margini della foresta di Fontainebleau, un villaggio divenuto meta per tutti quei pittori interessati ai paesaggi e alla vita di campagna. Gli appartenenti a questa scuola, i cosiddetti barbizonniers privilegiavano pitturare a contatto con la natura per dare una rappresentazione della realtà allontanandosi da quel retaggio passato, che vedeva i paesaggi in secondo piano con un’aurea di romanticismo accompagnati dalla realizzazione di temi biblici, mitologici o storici. Gli artisti della Scuola di Barbizon cominciano a proporre paesaggi realizzati in una sentita e profonda comunione con la natura, con un atteggiamento che, pur conservando alcune caratteristiche romantiche apre le porte ai futuri sviluppi della pittura sino all’Impressionismo.
La pittura di paesaggio contamina anche l’Italia, in special modo tutti quei giovani artisti che vogliono ribellarsi alle norme accademiche e ai codici dell’arte ufficiale. In questo periodo storico prendono sempre più importanza i Caffè, luoghi di ritrovo di artisti e intellettuali, essi sostituiscono le aule dell’accademia sempre meno frequentate. Firenze, città culturalmente attiva ha molti Caffè e tra questi c’è il Caffè Michelangelo, dove si riuniscono intellettuali e artisti d’avanguardia. Tra i suoi tavoli si riunisce un gruppo di giovani pittori insofferenti al sistema d’insegnamento accademico. Gli incontri al Michelangelo sono l’occasione per discutere, parlare e anche litigare sulle novità provenienti da oltralpe. All’interno del percorso espositivo ci si può imbattere in una parte dedicata completamente alle caricature di personaggi che frequentavano il Caffè Michelangelo, i quali offrono l’opportunità di scoprire una faccia diversa e meno nota della ricerca degli artisti del movimento macchiaiolo. Tra i primi a dedicarsi a questa pratica furono i pittori dell’area partenopea, zona nella quale il paesaggio, nelle sue forme moderatamente realistiche era apprezzato anche a livello accademico tanto da istituire nell’Accademia di Napoli la prima cattedra di paesaggio. La nascita della Scuola di Staggia, a pochi chilometri da Firenze, diventa il simbolo dei pittori di paesaggio, i quali vogliono rappresentare una pittura vera, che vada a rievocare una realtà senza filtri. La macchia nasce, dunque, come strumento per ritrarre la realtà, un mezzo per riprodurre gli effetti di luce e i contrasti tonali di un soggetto ritratto dal vero. I Macchiaioli propongono opere che di fronte alla critica e al pubblico appaiono studi preparatori, bozzetti, quadri non finiti.
Questi artisti rappresentano scene di vita quotidiana, il lavoro nei campi, dove il soggetto principale è il paesaggio in ogni sua sfumatura. I Macchiaioli catturano scene di una semplicità estrema andando a rappresentare contadini, giovani ragazze, donne indaffarate nelle loro mansioni quotidiane, oppure animali al pascolo. Opere che ritraggono la semplicità , ma allo stesso tempo mostrano una grande rivoluzione artistica, di pittori che vogliono staccarsi dal passato per creare una nuova identità con lo scopo di dare una rinnovata chiave di lettura al pubblico. Questi pittori sono diventati un modello da emulare per una schiera di giovani artisti pronti a tradurre le istanze della macchia in nuovi contesti.