Attraverso abiti originali, gioielli, filmati e immagini d’epoca la moda entra al museo, dialoga con l’arte contemporanea e con la coreografia di manichini appositamente realizzata da Vanessa Beecroft, grazie anche alle suggestive immagini di Pasquale De Antonis. Oltre vent’anni di moda concentrati in un’esposizione, che restituisce le atmosfere e gli stili di un periodo il quale ha contribuito in modo straordinario a definire il carattere italiano a livello internazionale.
Da Le Sorelle Fontana a Schubert, da Germana Marucelli a Mila Schön, Sarli e Simonetta, Capucci e Gattinoni, Valentino e Galitzine; abiti, accessori e gioielli in dialogo con opere d’arte. E ancora la Roma protagonista del Giubileo del 1950 e delle Olimpiadi del 1960, la città del cinema e dei divi hollywoodiani, di via Veneto e della Dolce Vita, ma anche i paesaggi italiani di Torino, Milano, Firenze, Venezia, Napoli. Tutto questo è “Bellissima – L’Italia dell’alta moda 1945-1968”, una stagione di pura creatività italiana, quella in mostra dal 2 dicembre 2014 al 3 maggio 2015, al Maxxi di Roma a cura di Maria Luisa Frisa, Anna Mattirolo, Stefano Tonchi, che attraverso la lente privilegiata della moda, ritrae la cultura italiana in un momento di creatività straordinaria in tutte le sue prospettive dal cinema all’arte, dall’architettura al teatro, fino alla fotografia, facendo rivivere al Maxxi i migliori anni della moda e dell’arte italiana.
Ritratto della cultura italiana attraverso le creazioni di grandi stilisti e maison famose in tutto il mondo, “Bellissima – L’Italia dell’alta moda 1945-1968” ha attirato gran parte del jet set facendo calare nella città eterna il bel mondo della moda internazionale. Da Peter Dundas a Maria Grazia Chiuri e Pier Paolo Piccioli, da Frida Giannini a Eva Cavalli, Alberta Ferretti, Miuccia Prada, Goga Askhenazi di Vionet, la famiglia Missoni e Fendi, e tanti altri tra stilisti, attori e testimonial, hanno affollato le sale del museo per la prima serata in stile Met Gala all’italiana. L’inaugurazione dell’esposizione ha infatti coinciso con l’annuale cena di gala del Maxxi, evento scintillante di fundraising dove la moda si è fatta più che mai protagonista. L’evento, grazie ai tantissimi volti noti, ha permesso la raccolta di seicentomila euro, un risultato importante che andrà sostenere il museo e le nuove acquisizioni.
Il periodo tra il 1945 e il 1968, che la mostra indaga, rappresenta uno straordinario momento di vitalità culturale, un’eccezionale stagione della creatività italiana. La serie di creatori considerati dal progetto non vuole essere esaustiva, ma intende presentare l’Alta Moda italiana come fenomeno esploso, caratterizzato da diversi centri nevralgici che sono le città di Firenze, Milano, Napoli, Roma, Torino e Venezia. Bellissima racconta così, attraverso questa geografia, il clima di un periodo che va dal 1945, ancora guerra ma già dopoguerra, fino ai sconvolgimenti del 1968, plasmando così cambiamenti radicali in tutti i campi, che gettano le basi per definire gli immaginari internazionali del pret-à-porter”. L’esposizione ricostruisce un’immagine lucida di quegli anni e della fusione delle arti che ha caratterizzato quel periodo unico, in cui si è andato definendo quello che chiamiamo italian style.
L’allestimento, che riprende il flusso delle architetture dello stesso museo, mette in relazione gli abiti della grandi sartorie italiane come Emilio Schuberth, le Sorelle Fontana, Sarli, Simonetta, Capucci, Gattinoni, Fendi, Balestra, Biki, Galitzine, Pucci e Valentino con opere di Alberto Burri, Paolo Scheggi, Massimo Campigli, e ancora Carla Accardi e Giuseppe Capogrossi. Il dialogo tra arte e moda è sempre più stretto sopratutto nel caso degli abiti di Mila Shon ispirati ai tagli di Lucio Fontana, o con ancora più intense sono le geniali plissettature optical di Germana Marucelli realizzate insieme all’artista cinetico Gentulio Alviati.
Esposto anche l’abito che le Sorelle Fontana disegnarono nel 1955 per Ava Gardner, si chiamava «pretino» perché era ispirato alle vesti cardinalizie. A lui sarà ispirata la storica mise di Anita Ekberg ne La Dolce Vita di Federico Fellini.
Un nastro avvolge il visitatore trasportandolo in un viaggio a ritroso nel tempo attraverso accessori, bijoux, documenti e le meravigliose di foto di Paolo de Antonis, Federico Garolla e Ugo Mulas. Come “Un affresco corale” viene descritta la mostra, definita così dalla stessa curatrice Maria Luisa Frisa, che non parla solo del mondo romano, ma definisce un dna italiano fatto di storie estetiche diverse tra loro. Alla fine del percorso la performance di Vanessa Beecroft ha davvero commosso chi ha avuto la fortuna di vederla nelle serate inaugurali. Una riflessione sull’identità femminile, che indaga il rapporto con tra corpo e abito, di una poesia da lasciare senza fiato.
Main partner di questo progetto è Bulgari, di cui sono in mostra le scintillanti creazioni dell’epoca, pezzi unici rappresentativi di un periodo chiave nella storia del marchio a livello di sperimentazione e innovazione stilistica. Tra le creazioni presenti in mostra troviamo Serpenti in oro con diamanti o smalti e una collana degli anni ’50 in platino, rubini e diamanti per un totale di 70 carati. La mostra, grazie al grande impegno dei suoi organizzatori e al valore della sua portata, conferma di nuovo Roma come capitale culturale della Moda, segnando nuovamente in qualche modo il culmine di un lavoro svolto negli ultimi tre anni da AltaRoma e Silvia Venturini Fendi per ridare un ruolo e una credibilità a Roma nel sistema della moda internazionale.