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Quando la “celebrità” rende liberi… di scrivere un libro

Prezzemoli di minestre catodiche riscaldate, tuttologhi esperti di ciarle internettiane, all’arrembaggio culturale! Imbracciate il fucile dell’intellettualismo casereccio e trivellate le librerie a colpi di letteratura qualunquista: scrivete anche voi un libro.
Tanti vostri colleghi lo hanno già fatto, suvvia, non ci vuole tanto.

Considerate di partire avvantaggiati, perché siete già famosi. La casalinga che vi segue in tv e legge di voi sui rotocalchi vi considera parte della famiglia. Nei salotti televisivi, aggiunge la seggiola della sua cucina e siede curiosa accanto a voi. Si arrabbia se vi mettono le corna, gioisce se vi fidanzate con l’attore belloccio, si commuove per la nascita di vostro figlio.
Se scrivete un libro, lei lo acquisterà di certo e potrà dire alla vicina che non legge solo le trame delle fiction, ma “libri veri”, quelli con la copertina rigida.

Non temete, perché non ci vuole la laurea. Per carità, se ce l’avete è meglio perché allunga la biografia, ma un diploma è più che sufficiente. E, anzi, se il vostro curriculum scolastico si ferma alla terza media, a volte è pure meglio, così fate vedere che siete arrivati dove siete arrivati da soli, senza l’aiuto di “spintarelle”.
Non è necessario neppure aver letto tanti libri, tanto ognuno ha il suo stile narrativo, quindi voi direte di averne uno tutto vostro. Ma, mi raccomando, se non avete dimestichezza con i congiuntivi, limitatevi a frasi semplici (soggetto-predicato-complemento): al massimo direte che “si è voluto usare un linguaggio semplice, fruibile da chiunque, per arrivare al cuore di tutti”. Funziona sempre. Altrimenti chiedete l’aiuto di un amico che con la penna ci sa fare: voi dettate e lui scrive forbito, con tanto di periodi ipotetici complessi, consecutio temporum impeccabili e vocaboli illustri. Alla fine, racconterete che è stato scritto a quattro mani: voi sarete gli “autori“, poi aggiungete un “con” al nome dell’amico.
Non sapete di cosa parlare? Pensateci un attimo.

Eravate dei ferventi onnivori e avete deciso di diventare vegani? Perfetto, i motivi che vi hanno portato a detestare chi scanna i maiali e l’amore viscerale per le mele che madre natura fa cadere dagli alberi è un argomento vincente.
Come pure la conversione mistica che vi ha convinti di essere i nuovi Messia, la storia della vostra famiglia che è “incredibile”/”pazzesca”/”straordinaria”, l’irrefrenabile passione per le ricette di cucina: sono tutte storie che stuzzicano la curiosità del pubblico, cari potenziali tele-scrittori.

E se proprio nella vostra vita non c’è nulla da raccontare, prendete spunto dai fatti di cronaca e insinuate dubbi angoscianti, tipo “perché mai la morta è stata ammazzata?”, “come può la depressione guidare la mano dell’assassina?”, “chi ha visto cosa?” e “perché non hai parlato?”.
Vedrete, è più semplice di quanto crediate.
Troverete di certo un editore che pubblichi le vostre memorie, perché chi buca lo schermo fa vendere tante copie.
Poi preparatevi alle interviste in tv per presentare la vostra fatica letteraria e lì confesserete, mano sul cuore e occhi lucidi, che avete sempre voluto scrivere, che il sacro fuoco della letteratura ardeva in voi ancor prima del reality show cui avete partecipato, e sbancherete anche in libreria, abbiate fede.

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Altra cosa: è importante che la foto per la quarta di copertina vi ritragga sorridente, con un’espressione mite e, all’occorrenza, sofferta, magari in bianco e nero e di tre quarti, che immortali il profilo migliore.
Ora aspettate che il vostro ego venga fortificato dai dati delle vendite.

Intanto però, se smanettate su internet e vi imbattete in post come quello di Roberto Crotoneo, (un giornalista che fa il critico letterario e di libri ne ha scritti un bel po’) andate avanti, non leggete, perché non vi riguarda. In bocca al lupo, talentuosi letterati.

Photo credits web

“Il delitto di Giarre”, su Crime+Investigation e History Channel il docufilm sul caso dei due fidanzati siciliani trovati senza vita

Il 17 ottobre 1980, a Giarre, in Sicilia, Giorgio Agatino Giammona e Toni Galatola, rispettivamente 25 e 15 anni, scompaiono nel nulla. I due sono già conosciuti da tutti in paese con il soprannome di “ziti”, fidanzati, o di “puppi”, termine dispregiativo corrispondente all’italiano” froci”.

Il 31, dopo due settimane di ricerche, vengono ritrovati senza vita sotto un pino marittimo: sono distesi uno accanto all’altro, quasi abbracciati. Le forze dell’ordine pensano subito a un caso di doppio suicidio, quindi di omicidio-suicidio, anche perché la mano destra di quello che viene identificato come il cadavere di Giorgio stringe una busta inzaccherata. All’interno una lettera, di cui si riesce a malapena a leggere le parole: “Io e Toni abbiamo trovato la pace… Mamma perdonaci”. All’improvviso, la misteriosa confessione di un tredicenne, che si autodenuncia come diretto responsabile, per poi ritrattare immediatamente. Ma non è così che sono andate realmente le cose.
Grazie a una meticolosa ricerca e particolari inediti sulla storia di Giorgio e Toni, la nuova produzione originale IL DELITTO DI GIARRE racconta la verità su un caso rimasto a lungo irrisolto e tra i più controversi della recente storia italiana, in prima visione assoluta mercoledì 28 giugno alle 22.00 in contemporanea su Crime+Investigation (Sky, 119) e HISTORY Channel (Sky, 411).

“Il delitto di Giarre”, docufilm
“Il delitto di Giarre”, docufilm

Nel docufilm, della durata di 90 minuti, il giornalista e scrittore Francesco Lepore (la seconda edizione aggiornata del libro “Il delitto di Giarre. 1980: un “caso insoluto” e le battaglie del movimento LGBT+ in Italia” di BUR Rizzoli è disponibile dal 30 maggio) ci accompagna in un’accurata ricostruzione dei fatti, attraverso interviste esclusive, nuovi elementi e dettagli, facendo finalmente luce per la prima volta sul caso che accese la protesta dei/delle militanti del FUORI! (Fronte Unitario Omosessuale Rivoluzionario Italiano), contribuì a cambiare sensibilmente l’opinione pubblica, messa per la prima volta di fronte alla tragica realtà di due ragazzi uccisi per il solo fatto di amarsi, e accelerò la nascita a Palermo di una storica associazione, l’Arcigay, con la quale inizia la seconda e nuova fase dell’attuale movimento LGBT+: tappa fondamentale di un lungo cammino che nel nostro Paese deve ancora essere completato, per una piena accettazione e tutela dei diritti civili.
Tra gli intervistati: Enza e Rosita Galatola, rispettivamente sorella e cugina di Toni; Padre Diego Sorbello, il sacerdote cappuccino che celebrò i funerali dei due ragazzi; Attilio Bolzoni, giornalista antimafia, col quale il presunto assassino tredicenne ritrattò la sua confessione; Paolo Patanè, ex presidente di Arcigay nazionale e conoscente di Giorgio e Toni; Lia D’Urso, attivista lesbica e cofondatrice del FUORI! di Catania; Vincenzo Scimonelli, cofondatore del primo nucleo di Arcigay; Franco Grillini, leader storico del movimento LGBT+, primo presidente di Arcigay nazionale ed ex parlamentare; Pina Bonanno, attivista trans e cofondatrice del MIT – Movimento Italiano Transessuali (oggi Movimento Identità Transgender).

Il docu-film evento IL DELITTO DI GIARRE è una produzione originale Crime+Investigation e HISTORY Channel, realizzata da B&B Film per A+E Networks Italia. Prodotto da Raffaele Brunetti e scritto da Gino Clemente e Lorenzo Avola, con la regia di Simone Manetti e la supervisione di Francesco Lepore, che è anche voce narrante. Il docu diventerà anche un podcast realizzato da Radio 24 in collaborazione con HISTORY Channel e Crime+Investigation disponibile su tutte le piattaforme audio.

Photo credits Courtesy of MN Press Office