Tycjan Knut crea astrazioni sottili. Utilizza forme semplici, tavolozze di colori monocromatici e illusioni ottiche per ottenere un senso di profondo minimalismo; un’astrazione quasi totale che spinge lo spettatore a vivere i suoi dipinti in un modo spirituale e senza tempo.
Attraverso l’utilizzo di illusioni ottiche, Knut esplora gli aspetti psicologici della pittura, evocando risposte emotive e riflessioni più profonde da parte dello spettatore. Dal 23 marzo sarà in mostra al Palazzo Brancaccio di Roma con “NO-SPACE”, progetto espositivo targato Contemporary Cluster con il padrone di casa Giacomo Guidi. Grazie alle delicate differenze tonali e all’adozione di colori neutri, le sue opere creano effetti ottici, illusioni che ricordando le precise e sottili delineazioni dei piani e dei volumi architettonici di Fred Sandback. Le sue composizioni richiedono tempo e pensiero; nella piena tradizione minimalista le opere dell’artista polacco non vanno viste a colpo d’occhio, potrebbero non trasmettere tutto quello che esprimono ad un esame più attento. I dipinti di Knut si svolgono lentamente, con più punti di ancoraggio che guidano l’occhio dello spettatore attraverso il dipinto creando un senso di equilibrio.
Knut costruisce sulla tela strati di colore sovrapposti che ricordano la struttura del mondo organico, crea immagini che inducono l’occhio a percepire nuove profondità in oggetti già altamente strutturali. Senza usare schizzi o disegni preparatori, la pratica di Knut è reattiva, istintiva. L’artista segue attentamente la strutturazione della composizione, esaminando la funzione di ogni elemento in relazione alla pittura nel suo complesso, l’utilizzo di forme geometriche semplici come il quadrato e il rettangolo, figure alle base dell’arte fin dai suoi primordi, rendono Knut un classicista, secondo la definizione di classicismo di Barbara Rose. Le strutture elementari sviluppate su superfici bidimensionali sono composte da materiali semplici che danno modo di scoprire più in profondità il colore, la forma, lo spazio e la materia stessa.
La tavolozza di colori limitata e le forme geometriche semplici rendono queste opere oggettivamente minimali, per l’artista questa ricerca intrinseca di minimalismo comporta introspezione e contemplazione. L’uso dell’illusione ottica, attraverso la manipolazione di forme, linee e motivi aggiunge un aspetto dinamico e ammaliante all’opera d’arte.
“NO-SPACE” rappresenta una riflessione su questi termini, una ricerca artistica che perdura nel tempo e che vada a illustrare lo stile di Tycjan Knut: uso di forme minimali, toni della terra, imitazione di trame, trame reali e illusioni ottiche che unite assieme esprimono l’idea del tempo assoluto, il non-tempo.
L’estetica “NO-SPACE” si riferisce ad un ciclo di opere che gioca con l’idea di vuoto e spazio negativo che circonda l’opera stessa. Ciò può essere ottenuto attraverso l’adozione di linee e forme pulite, nonché il posizionamento strategico dello spazio negativo per creare un senso di equilibrio e armonia nella composizione. L’artista durante il processo creativo è completamente guidato dall’intuizione non lasciando spazio a schemi mentali precostituiti; la sua arte è libera e incontaminata, non adotta disegni preparatori ma lascia l’immaginazione libera di esprimersi.
Le opere di Knut si ispirano all’arte astratta geometrica del Novecento con un profondo interesse accademico verso ‘maestri’ astratti meno conosciuti degli anni Sessanta e Settanta di cui lui è grande conoscitore; nel suo lavoro, profondi sono i riferimenti ai grandi autori del minimalismo astratto, da Ellsworth Kelly ad Al Held fino al più contemporaneo Sol Lewitt.
La sua è una ricerca dello spazio puro, il no-space, ottenuto grazie a continuo studio della rifrangenza della luce sulla superficie dell’opera che diviene la vera protagonista del quadro; insieme forma e materia creano un sinodo restituendo al contempo importanza all’oggettualità e alla fisicità dell’opera. Egli spinge i confini dell’illusione incorporando nuovi elementi presi dalla realtà, gioca con la luce e le ombre per modificare i gradienti di luce all’interno dei dipinti, creando un’illusione di profondità e multistrato. Il suo lavoro risuona dell’eco della tradizione minimalista americana ma si estende oltre la tendenza dell’astrazione geometrica, le sue opere sono liberate dai vincoli della formula indispensabile per il raggiungimento del non spazio.
La mostra sarà visitabile a Palazzo Brancaccio, in via Merulana a Roma fino a sabato 22 aprile 2023, dal martedì al venerdì dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 15.30 alle 19.00, il sabato dalle 11.00 alle 20.00.