Un singolare métissage tra arte digitale e street con esperienze optical fantascientifiche nelle opere visual del duo creativo romano formato dai designer Gianmaria Zonfrillo e Lorenzo Pagliara che, dal 2015, con “Motorefisico” hanno conquistato il panorama italiano e internazionale grazie alle loro installazioni visive che guardano alla pixel art di Krayon e ai pattern di Sten & Lex. Tra contaminazioni urban e psichedeliche. Un sogno nel cassetto per la coppia di artisti? La sfilata di moda del futuro.
Partiamo dal nome
«Desideravamo un nome italiano di senso compiuto,. Il “motore fisico” è la traduzione delle leggi della fisica nei vari mondi virtuali creati dall’uomo»
Gli artisti ai quali vi ispirate?
«Street artist contemporanei che lavorano sulla composizione visiva e optical. Ci piacciono molto i pattern di Sten & Lex e la pixel art di Krayon per quanto riguarda la Street Art italiana. A livello mondiale ci lasciamo ispirare da Felipe Pantone e Cruz Diez. Per la parte digital guardiamo spesso i lavori dei Quiet ensemble (Italia) e dei 404.zero (Russia)».
Cos’è l’arte digitale?
«Ci sono diverse forme di arte digitale, tutte passano dall’utilizzo di dati campionati da uno strumento e trasformati da un computer. Quando si realizza un’installazione interattiva si usa un sensore di movimento che fornisce i dati al computer che le trasforma in immagini»
I lavori ai quali vi sentite più legati?
«Siamo legati un po’ a tutti i nostri lavori, ognuno ha la sua storia dietro. Siamo molto affezionati alla scalinata di 300 metri quadrati che abbiamo realizzato a Miami, sia per la grande metratura che per l’importanza della location: il Mana Wynwood Convention Center. L’opera è stata realizzata in occasione del III Points Festival, essere all’interno di una kermesse di queste proporzioni è sempre un’esperienza meravigliosa».
Chi è la mente e chi il braccio tra voi due?
«Lavorando insieme ci si divide i ruoli, in ogni lavoro ognuno dei due ha delle cose che fa più spesso, ma siamo sicuramente entrambi mente e ancor più braccia. Li alterniamo a seconda della tipologia di progetto».
Realizzate fantascientifici allestimenti site specific.
«Si tratta di installazioni legate al luogo in cui si trovano e richiedono una grande quantità di sopralluoghi per rilevare la location, in aggiunta ci vuole molta progettazione. Operiamo su installazioni cinetiche o luminose, solitamente composte da sottili fili di tessuto. L’obiettivo è creare un oggetto geometrico immersivo che cambia in base alla prospettiva di osservazione.
Avete mai pensato di creare installazioni per i fashion show?
«Sì, sarebbe un’opportunità molto stimolante quella di realizzare allestimenti per il mondo della moda, per il momento non è ancora accaduto. I nostri brand preferiti? Marcelo Burlon, Iris van Herpen e Gareth Pugh».
Come sarà la sfilata di moda del futuro?
«Un fashion show contaminato dalle più moderne forme di arte digitale e installative. Col passare del tempo le influenze estetiche offerte da questi mezzi diverranno immersive e coinvolgenti».
A cosa state lavorando?
«Inizieremo presto il cantiere di Healthy Color, il nuovo locale del rapper Sfera Ebbasta, il calciatore Andrea Petagna e del creative director Marcelo Burlon. In parallelo pensiamo ad un progetto in realtà virtuale che sarà svelato entro dicembre. E siamo già all’opera come consuetudine su alcune installazioni natalizie».